Vertice a Palazzo Chigi
Migranti, Nave Diciotti verso Trapani. Salvini: "Violenti scendano in manette". Polizia a bordo
La nave è ancora in rada fuori dal porto di Trapani
E' rimasta nel tratto di mare antistante il porto di Trapani nave Diciotti della Guardia
costiera con a bordo 67 migranti soccorsi 4 giorni fa dal cargo Vos Thalassa. Dopo essersi avvicinata ai muraglioni frangiflutti è rimasta in rada, non entrando nel porto. Il rinvio dell' approdo potrebbe essere legato alle indagini in corso su presunti scafisti del natante sul quale si trovavano i migranti e sui presunti aggressori dell'equipaggio della Vos Thalassa, il mercantile che ha soccorso i 67 la sera del 9 luglio al largo della Libia.
Intanto sarà la procura di Trapani a decidere sull'eventuale fermo di un ghanese e di un sudanese, presunti sobillatori di un presunto tentativo di dirottamento del mercantile Vos Thalassa. Condizioni di 'pericolo' che hanno determinato il trasbordo sulla 'Diciotti' della Guardia costiera, dove era attesa stamane al porto di Trapani da cui si è poi allontanata a sorpresa, forse in relazione a nuovi accertamenti. Gli investigatori della Squadra mobile e del Servizio centrale operativo hanno redatto un rapporto su quanto è accaduto. Sono state raccolte testimonianze, a cominciare da quelle dell'equipaggio del cargo, per redigere l'informativa destinata alla procura retta da Alfredo Morvillo che vuole vederci chiaro riservandosi ogni decisione. Alcuni accertamenti puntano anche a identificare gli scafisti.
Salvini: no sbarco violenti da Diciotti senza carcere per violenti
"Prima di concedere qualsiasi autorizzazione attendo di sapere nomi, cognomi e nazionalità dei violenti dirottatori, che dovranno scendere dalla nave Diciotti in manette", ha detto ieri il ministro dell'Interno, Matteo Salvini.
Salvini ieri ha visto il premier Conte, ribadendo la linea comune sull'immigrazione, poi ha ammonito: 'Non darò autorizzazione allo sbarco finché non avrò garanzia che delinquenti che hanno dirottato una nave con violenza finiscano in galera e poi riportati nel loro paese'. Quindi, l'annuncio del ministero delle Infrastrutture.
Salvini: 21mila arrivi in meno da quando io ministro
"Da che sono ministro dell'Interno, grazie al lavoro di persone assolutamente di spessore, grazie alla linea della fermezza, sono sbarcati 21mila immigrati in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno", dice poi Salvini parlando coi giornalisti al termine di un incontro con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. "Non mi accontento voglio fare ancora meglio perché meno sbarchi significa meno morti", aggiunge.
Conte: da immigrazione rischio arrivino foreign fighter
"Le minacce sul fronte Sud per quanto riguarda il terrorismo sono molto significative", ha detto il premier Giuseppe Conte al suo arrivo al vertice Nato a Bruxelles, sottolinenando l'importanza del rafforzamento dell'hub Nato di Napoli. "Dalla stessa immigrazione potrebbero arrivare rischi e pericoli di foreign fighter".
Moavero: non siamo nel gruppo di Visegrad
Il ministro degli Esteri Moavero da parte sua chiarisce: 'Noi non siamo nel gruppo di Visegrad, neanche un po'. Neppure nella percezione e nella linea politica del ministro degli Interni'.
L'incontro con Seehofer: "Chiesto e ottenuto supporto"
"Abbiamo fatto tre passi avanti, l'obiettivo sia di Italia che di Germania è avere meno clandestini", ha dichiarato il ministro dell'Interno dopo l'incontro con il suo omologo tedesco, Horst Seehofer. "Abbiamo chiesto e ottenuto supporto per intervenire su frontiere esterne, supporto e soldi per Africa. Interverremo per suddividere i migranti che sbarcano in Italia", ha sottolineato Salvini.
Ora a #Innsbruck incontro bilaterale Italia-Germania sull’immigrazione con il ministro degli Interni tedesco, Horst Seehofer.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 11 luglio 2018
Dopo vi aggiorno! pic.twitter.com/JuJJ5scqi3
Parolin: chiusura porti non è la soluzione
La chiusura dei porti "non è la soluzione, abbiamo già espresso le nostre preoccupazioni", ha detto il Segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, a margine della presentazione del Bilancio Sociale del Bambino Gesù.