Lasciano in 17 su 32
Padova: scontro tra Fi e Carroccio, cade la giunta del leghista Bitonci
Il comune verso le elezioni anticipate
E' caduta ieri notte la giunta comunale di Padova guidata dal sindaco leghista Massimo Bitonci. Verso mezzanotte sono arrivate le dimissioni presentate da 17 dei 32 consiglieri di Palazzo Moroni, che hanno così certificato la sfiducia al sindaco. Davanti a un notaio si sono presentati per sottoscrivere l'atto formale i consiglieri di Pd, M5S, Forza Italia, Padova 2020, e altri che dai gruppi della maggioranza erano già passati al gruppo misto.
L'epilogo è arrivato al termine di un lungo scontro interno alla maggioranza, soprattutto tra Lega e Fi. "Abbiamo preso atto dell'implosione della maggioranza del sindaco Bitonci - ha spiegato il segretario provinciale del Pd Massimo Bettin - era evidente che nonostante i suo disperati tentativi era impossibile proseguire in una guida dignitosa, efficace e svolta nell'interesse collettivo". Ora vi sarà la nomina di un commissario prefettizio che traghetterà l'amministrazione fino alle nuove elezioni.
Bitonci: tornerò in lizza a Padova ma senza traditori
"Sicuramente mi ripresenterò alle prossime elezioni comunali a Padova, ma questa volta senza i traditori". Così Bitonci, dopo essere stato sfiduciato dalla maggioranza dei consiglieri a Padova, che hanno fatto così cadere la sua giunta. E poi: "Ho sbagliato gli alleati, perché queste porcate si fanno di notte presso un notaio: capisco Pd e M5s, non capisco due consiglieri di Forza Italia che sono andati a rassegnare le dimissione e mandare a casa il sindaco della Lega nord il giorno prima della manifestazione di Firenze, quasi un messaggio a Matteo Salvini. Non si fa, vergogna", aggiunge Bitonci, parlando dal palco di Firenze: "Sono stato eletto dai cittadini e mandato a casa dalle congiure di palazzo. Io non mollo, vado a riprendermi Padova e mi candido alle prossime elezioni", ribadisce.
Maroni: azzerare e ricominciare con forze nuove
"A Padova il centrodestra si è già spaccato, e quindi si tratta di capire se si possono rimettere insieme i cocci, o, come io penso, c'è bisogno di azzerare e ricominciare con forze che vengono dalla società, forze civiche, lasciando perdere le vecchie logiche di partito". Lo ha detto il presidente della Giunta della Lombardia, Roberto Maroni, a margine della manifestazione della Lega nord a Firenze, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano della situazione a Padova.
Tosi: arroganza Salvini sta portando i suoi effetti
"L'atteggiamento di Salvini nell'ambito del centrodestra sta portando i suoi effetti: rottura dei rapporti con gli alleati, incapacità di amministrare, credo che Berlusconi si stia rendendo conto che una Forza Italia suddita della Lega non va da nessuna parte". Così il sindaco di Verona e leader di 'Fare!', Flavio Tosi, analizza la crisi dell'amministrazione di Padova, con la caduta della giunta Bitonci. "Berlusconi - prosegue Tosi - non può lasciare la leadership del centrodestra ad un demagogo, populista e arrogante, e in questo Bitonci è pari-pari il Salvini di Padova. Ha fatto l'arrogante con la sua maggioranza, cosa che un sindaco non può fare, perché il capitano della squadra non è il dittatore".
Tosi non crede poi alle minacce di 'rappresaglia' politica in Regione Veneto fatte dal segretario del Carroccio, Da Re, all' indirizzo di Forza Italia: "Da Re - dice - incarna in pieno il populismo salviniano, di chi la spara più grossa. Ci sarà il contrordine, perché altrimenti cade anche Zaia".
Storace: centrodestra, da Padova a Firenze è il caos
"Dunque: Salvini a Firenze per prendere il posto di Berlusconi. Forza Italia gli caccia il sindaco di Padova, Bitonci. La Lega farà cadere altre amministrazioni a guida Azzurra e minaccia gli assessori regionali di Fi del Veneto. Toti si preoccupa per la Liguria. La Meloni si candida alle primarie che non sono state indette. Nel frattempo il sindaco civico di centrodestra di Venezia Brugnaro vota Sì al referendum. E meno male che il problema era Roma. No, Roma sarà la soluzione", scrive sulla sua pagina Facebook Francesco Storace, segretario de 'La Destra', in vista della manifestazione di Roma del 20 novembre per il No al referendum: "Lo diremo a chiare lettere" dice.