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CULTURA

Papa Francesco, tra Vatileaks e Giubileo della Misericordia. Intervista a Marco Politi

Tra pochi giorni, a Roma, si aprirà, con l’apertura della “Porta Santa", il Giubileo della misericordia. Un evento importante per il Pontificato di Papa Bergoglio. Un evento che vuole segnare una svolta per tutta la Chiesa cattolica. E sempre la prossima settimana, in Vaticano, riprende il processo Vatileaks. Come procede il cammino riformatore di Papa Francesco? Ne parliamo, in questa intervista, con il vaticanista Marco Politi. Di Politi, in questi giorni, è uscita la nuova edizione aggiornata e ampliata del libro, pubblicato dall’Editore Laterza, Francesco tra i lupi. Il segreto di una rivoluzione. (pagg. 280, € 16, 00).

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di Pierluigi Mele Politi,  si è concluso da poco il viaggio di Papa Francesco in Africa, che sigilla in  modo definitivo direi, la sua ecclesiologia delle "periferie" (estreme). L'apertura della Porta Santa nella Chiesa di Bangui (Repubblica Centroafricana ) è stato l'emblema di questa ecclesiologia. Per te è così?
 “La Repubblica Centroafricana, così ricca di petrolio, diamanti e uranio, è uno dei paesi più sfasciati e degradati dell’Africa. E’ ‘ultima’ nel vero senso della parola e Francesco, aprendo a Bangui la Porta Santa, ha mostrato da un lato la decentralizzazione della Chiesa e dall’altro – e soprattutto – che gli ultimi sono i primi. In un certo senso questo è stato il suo secondo viaggio in Africa, perché il suo primo viaggio a Lampedusa era già l’incontro con i migranti che vengono dal Maghreb e dal Continente Nero” 

Una domanda sul "Giubileo della Misericordia" che si aprirà il prossimo 8 dicembre: quali gli obiettivi del Papa Francesco? Ti aspetti un gesto fortemente significativo di Francesco, ovvero il Giubileo della Misericordia segnerà uno  spartiacque per la Chiesa cattolica?
“Il Giubileo straordinario è in fondo un appello speciale al popolo di Dio, per marciare insieme sulla strada della riforma della Chiesa. L’esito del Sinodo, che non è riuscito a votare un documento chiaro sulla comunione ai divorziati risposati, ha portato alla luce forti resistenze all’interno degli episcopati del mondo e ha rivelato l’esistenza di una spaccatura tra chi – come Francesco – vuole una Chiesa ospedale da campo e chi si arrocca nella dottrina: i “dottrinari” come li chiama il pontefice argentino, che sono sordi ai drammi di tanti uomini e donne. Francesco vuole predicare, come ha detto all’incontro con Comunione e liberazione, che la via della Chiesa è di non condannare eternamente nessuno“.

Nel tuo libro, dal titolo emblematico "Francesco tra i lupi", tra l'altro, analizzi e fai il punto dell'Azione riformatrice di Papa Bergoglio. Quali sono stati i frutti, finora, dell'opera di Francesco?
“Il papa ha già portato molta pulizia nella banca e negli affari finanziari vaticani. Sono stati chiusi migliaia di conti, è stato creato un comitato anti-riciclaggio in Vaticano, sono stati firmati accodi di cooperazione giudiziaria con molti Stati, è stato creato un Segretariato per l’economia, che vigilerà sugli appalti fonte di corruzione, è stato potenziato il ruolo dell’Autorità di informazione finanziaria. Le sacche di malaffare che resistono – ed è meritoria da questo punto l’opera di informazione dei libri di Fittipaldi e Nuzzi – dimostrano che ogni riforma si scontra con interessi opachi poderosi. Francesco ha cominciato a dare al Sinodo dei vescovi un reale potere propositivo, ha creato un organo di consultazione internazionale al suo fianco: il Consiglio dei nove cardinali. E ha cominciato a decentralizzare , dando la facoltà ai vescovi locali di decidere autonomamente in certi casi sulla nullità dei matrimoni religiosi Francesco ha riaperto il dialogo tra Chiesa e società pluralistica moderna: oggi sono tanti gli appartenenti ad altre religioni o gli agnostici e gli atei che ascoltano con interesse il suo messaggio. Infine Francesco sta dicendo parole chiare sullo sfruttamento di una massa enorme di uomini e donne e sul degrado ecologico, che a sua volta comporta gravi costi sociali”. 

Ci sono dei limiti in quest'azione? Se si quali sono?
“C’e da fare la riforma della Curia. C’è da realizzare l’inserimento di donne nei posti dove si decide e si esercita autorità (per citare le sue parole). C’è da dare forma codificata a tanti suoi impulsi”.

Parli anche della "solitudine" del Papa. Eppure è un Papa che gode di un immenso amore nel "popolo di Dio". Dove nasce questa  solitudine?
“Lo hanno detto in molti: il vescovo Bregantini, il segretario della Cei mons. Galantino: non basta applaudire il pontefice, bisogna aiutarlo fattivamente nella sua opera di cambiamento. Troppi vescovi, troppi sacerdoti, troppi fedeli stanno fermi. A volte per inerzia, a volte per paura, a volte per sabotare passivamente”.

E veniamo ai "nemici" di Papa Francesco. Nel libro ne parli diffusamente, fa impressione vedere un pontefice circondato da "nemici". Qual è il più pericoloso?
“Gli avversari sono coloro che nella gerarchia hanno impedito al Sinodo di pronunciare una parola definitiva sull’accoglimento dei divorziati risposati e sul riconoscimento del vaolre affettivo e solidale di una coppia omosessuale. Gli avversari sono quanti continuano a fare un cattivo uso dei beni economici della Chiesa, quanti voltano la testa dall’altra parte quando si tratta di stabilire meccanismi concreti per contrastare gli abusi sessuali. Coloro che fanno finta di non sentire che le donne devono essere chiamate a ruoli decisionali . Soprattutto su internet si assiste in Italia e nel mondo ad una campagna sistematica di denigrazione del pontefice. E anche il caso Vatileaks-2 dimostra che suoi collaboratori in Curia fanno operazioni destabilizzanti e rompono i più elementari patti di lealtà, registrando gli interventi del Papa in riunioni riservate e poi li diffondono all’esterno “.

E nella Chiesa italiana com’è l'atteggiamento, nei confronti di Papa Francesco, dopo il Convegno di Firenze?
“Francesco chiede alla Chiesa italiana una grande svolta di conversione, lasciandosi alle spalle interventismi politici e chidendo grande rigore finanziario a tutti i livelli. Pensiamo allo scandalo dell’abate di Montecassino e alle centinaia di migliaia di euro dilapidati da un uomo che avrebbe dovuto salvaguardare la grande tradizione di san Benedetto”.

Ultima domanda: nel libro, nelle pagine finali, scrivi che "Francesco non ignora la clessidra invisibile posta accanto al suo seggio papale". Cosa intendi?
“Papa Francesco lo ha detto e lo ha ripetuto: anche lui a un certo momento sarà disponibile a dimettersi. Il giorno del secondo anniversario della sua lezione ha dichiarato alla Tv messicana di immaginare che il suo pontificato durerà quattro o cinque anni. Due anni e mezzo sono già passati!”.





 
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