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ITALIA

Incidenti in mare

Peschereccio affondato all'Elba, fermata una nave turca con segni sospetti

L'equipaggio del peschereccio affondato avevano raccontato di essere stati urtati da una nave non identificata. La Guardia Costiera ha quindi rintracciato e fermato una portacontainer che si trovava nella zona che presenta graffi sulla fiancata sinistra

(foto archivio)
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Porto Santo Stefano (Grosseto) Dopo il naufragio di un peschereccio avvenuto al largo dell’isola d’Elba, la capitaneria di porto di Livorno ha fermato e dirottato verso il porto di Porto Santo Stefano una portacontainer turca. I tre membri dell’equipaggio del peschereccio, soccorsi dalla Guardia Costiera, hanno infatti riferito di una collisione con una nave che non sono riusciti ad identificare. Sulla fiancata sinistra della nave turca ci sono dei segni che gli uomini della capitaneria stanno valutando.

Momenti di paura questa mattina per l`equipaggio di un peschereccio affondato alle prime luci dell`alba nelle acque antistanti l`isola d`Elba, a circa 3 miglia a sud sud ovest di Punta Fetovaia. L`allarme è scattato alle 05.15 quando si è attivato l’Epirb del peschereccio, il dispositivo che permette la localizzazione di unità in situazioni di grave emergenza. La chiamata di soccorso al numero per le emergenze in mare 1530 da parte dei tre membri dell`equipaggio ha confermato l`affondamento del peschereccio e lo stato di necessità in cui si trovavano gli occupanti. I tre uomini, infatti, dichiaravano di trovarsi a bordo di una zattera di salvataggio che presentava un piccolo foro da cui imbarcava acqua.

Immediati sono scattati i soccorsi della Guardia Costiera di Portoferraio, che ha inviato sul punto una motovedetta classe 800. Dopo poco più di mezz’ora i tre naufraghi erano già in salvo, recuperati dagli uomini della Guardia Costiera. Per due di loro è stato necessario il ricovero in ospedale a causa delle contusioni riportatei.

Da una prima ricostruzione l’affondamento sarebbe dovuto alla collisione con un’altra unità. Il sistema di identificazione automatica Ais, che consente di tracciare le navi commerciali mediante la ricezione di dati significativi sull’unità, ha permesso alla Centrale Operativa di Roma della Guardia Costiera di stabilire che al momento del naufragio stava transitando sul punto la motonave Daniela A., di bandiera turca, alla quale è stato ordinato di fermarsi. La nave si è arrestata a 10 miglia a sud sud ovest dell`Isola del Giglio e sul punto sono state inviate due motovedette della Guardia Costiera, una da Porto Santo Stefano e l`altra da Civitavecchia, per procedere alle ispezioni del caso.

La Capitaneria di porto di Portoferraio (Livorno) ha quindi avviato indagini sul mercantile che è stato fermato dalla Guardia costiera e dirottato a Porto Santo Stefano (Grosseto) dove sarà scortato dalle motovedette della Capitaneria per consentire agli ispettori della sicurezza della navigazione di effettuare una verifica sullo scafo e sugli strumenti di bordo.  

La nave fermata dalla Capitaneria di Portoferraio a Porto Santo Stefano, la 'Daniel A' una portacontenitori turca, presenta segni sulla fiancata di sinistra sui quali gli ispettori della Guardia costiera stanno verificando la compatibilità con un possibile impatto con il peschereccio affondato. Nel frattempo è stata acquisita dagli ispettori anche la 'scatola nera' della nave mercantile.

La Capitaneria ha raccolto sul luogo in cui ha recuperato i naufraghi anche diversi pezzi di legno galleggianti appartenenti allo scafo del peschereccio (alcuni anche di notevole dimensione), che ora è adagiato su un fondale di 80 metri, e ha avviato le operazioni di monitoraggio ambientale. L'imbarcazione ha infatti i serbatoi pieni di gasolio e nella zona del naufragio in mattinata era stata avvistata una leggera chiazza iridescente. 
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