ITALIA
Aula bunker di Rebibbia
Processo Cucchi. Periti Gip: senza frattura forse non morto. Ilaria: correlazione lesioni-morte
"Siamo nel campo delle ipotesi, non abbiamo certezze" sulle cause della morte di Stefano Cucchi. Sono chiari i periti del gip, convocati in aula per illustrare gli esiti del loro accertamento nel processo bis per la morte del geometra romano che vede imputati cinque carabinieri, tre dei quali per omicidio preterintenzionale.
L'ipotesi vagliata come più attendibile è quella della morte improvvisa e inaspettata. "C'è un vuoto tra il 21 ottobre di notte e il 22 ottobre 2009 - ha detto il professor Vincenzo D'Angelo, uno dei periti -. Il secondo momento è quello in cui si accorgono che Cucchi era morto; ma non sappiamo cosa accadde in quelle ore".
L'ipotesi principale in merito al decesso di Cucchi è la morte improvvisa e inaspettata in un paziente affetto da epilessia. Ma non sarebbe stato l'unico fattore determinante. L'ipotesi secondaria è la frattura traumatica sacrale. In entrambi i casi una delle concause è la dilatazione abnorme della vescica che avrebbe provocato problemi cardiaci. Lo affermano in aula i periti nominati dal gip nell'ambito dell'inchiesta bis sulla morte del giovane romano.Un'altra concausa, spiegano, può essere la "inanizione (malnutrizione, ndr) con conseguente calo ponderale".
Ilaria,dopo 10 anni correlazione lesioni-morte
"Ci sono voluti dieci anni, sono invecchiata in queste aule di tribunale e finalmente oggi per la prima volta sento un perito affermare che se Stefano non fosse stato vittima di quel pestaggio che gli ha causato quelle lesioni, non sarebbe mai finito in ospedale e quindi non sarebbe mai morto". Lo ha detto Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, al termine dell'udienza al processo sulla morte del detenuto che si è svolta nell'aula bunker di Rebibbia. "Ora nessuno potrà dire che Stefano Cucchi è morto per colpa propria", ha aggiunto Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi.
Difesa, accusati omicidio ma catetere non funzionava
"I periti hanno sottolineato oggi che la lesione del nervo vescicale, che determina lo stimolo ad urinare, ha scatenato - in mancanza della minzione - il nervo vagale. Il problema è il rigonfiamento della vescica causata dal catetere non funzionante. Se in ospedale il catetere avesse fatto il suo dovere la vescica si sarebbe svuotata. Certo non possiamo essere accusati di omicidio preterintenzionale per un catetere non funzionante". Lo ha detto Alessandra De Benedictis, legale di uno dei tre carabinieri imputati di omicidio preterintenzionale al processo Cucchi, commentando le valutazioni dei periti del Gip in aula.