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POLITICA

Dopo lo strappo successivo alla nomina di Sergio Matterella

Fitto: "Resto in FI e combatto. Azzerare gruppo dirigente". E i vertici rimettono il mandato

Mentre Silvio Berlusconi convoca l'ufficio di presidenza, l'europarlamentare azzurro dice: "Non ne riconosciamo la valenza". L'ex Cav sconvoca la riunione dei gruppi parlamentari e la rimanda a mercoledì prossimo, respingendo le dimissioni offerte dai suoi

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Sembra arrivato il momento della resa dei conti in Forza Italia dopo le tensioni esplose durante i giorni dell'elezione del Presidente della Repubblica: "Dopo gli errori clamorosi degli ultimi tempi - tuona Raffaele Fitto in una conferenza stampa alla Camera convocata negli stessi minuti in cui Silvio Berlusconi riunisce il Comitato di presidenza 'ristretto' - c'è la necessità di un azzeramento totale degli organi del partito". Una richiesta accolta dai vertici forzisti che hanno rimesso i loro incarichi nelle mani dell'ex premier, dimissioni subito respinte dal leader forzista,

Lui intanto, il capofila dei dissidenti forzisti, a lasciare il partito non ci pensa proprio: "Resto e porterò avanti questa battaglia dall'interno". "Noi restiamo in Forza Italia - scandisce l'europarlamentare azzurro - ma apriamo con forza un confronto nel partito sulla linea politica e sul suo assetto".

L'ex ministro torna poi a rilanciare l'unico metodo che garantisce secondo lui la partecipazione dei cittadini, le primarie, nel ricambio della classe dirigente: "Dobbiamo sostituire l'attuale gruppo dirigente  - ha affermato - con un gruppo dirigente eletto dai nostri elettori, troviamo il modo". "I ruoli, compreso il mio, si devono assumere non perchè si viene nominati ma perchè si viene eletti" ha aggiunto Fitto, che chiede "una svolta".

"Non possiamo più partecipare a organismi di partito come l'ufficio di presidenza che per quanto ci riguarda non hanno alcuna valenza né legittimazione statutaria e politica", ha detto poi Fitto commentando la riunione dell'ufficio di presidenza convocata da Berlusconi, mentre arrivava la notizia del rinvio della riunione dei gruppi parlamentari di Camera e Senato annunciata per le 15 e poi sconvocata. "Ho detto ai capigruppo di convocare la riunione dei parlamentari mercoledì prossimo", ha spiegato Berlusconi aprendo l'ufficio di presidenza aggiungendo che il rinvio dell'incontro di oggi è dovuto al fatto che molti tra deputati e senatori azzurri hanno lasciato la Capitale. 

E durante la riunione, a testimonianza del clima pesante che si respira, i capigruppo, i vice capigruppo, e tutti i vertici di Forza Italia presenti hanno rimesso nelle mani di Silvio Berlusconi le dimissioni dai rispettivi incarichi. Dimissioni subito respinte dall'ex premier con il consigliere Giovanni Toti che prova a smorzare i toni: "Non è in discussione nessuno, qui non facciamo processi sommari, non stiamo riunendo un corte di giustizia - ha detto - o un tribunale. Stiamo riunendo un ufficio di presidenza che fa delle valutazioni politiche. Il nostro ha bene intrapreso un percorso fino ad oggi, prendiamo solo atto e non per colpa nostra che le condizioni generali sono cambiate".

Inutile dunque il lungo colloquio tra Fitto e Berlusconi di ieri nel quale i due non hanno trovato una sintesi: "Ieri - dice l'europarlamentare di Fi - ho avuto un lungo e franco colloquio con Berlusconi. Le posizioni non sempre collimano. Berlusconi ha bisogno di dire fuori quello che pensa e noi abbiamo bisogno di chiarezza".

Critico con l'ex governatore pugliese Maurizio Gasparri: "Abbiamo convocato una riunione dell’ufficio di presidenza, Fitto dovrebbe venire lì e discutere lì. Fare una conferenza stampa in contemporanea vuol dire che uno ha altre idee nella testa".
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