POLITICA
Il caso
Referendum indipendenza Veneto, è polemica sulla veridicità dei dati
Secondo i promotori della consultazione online i voti sono stati 2 milioni, ma le società che certificano i flussi web forniscono dati molto diversi
Roma
I numeri del referendum per l'indipendenza del Veneto, forniti dagli organizzatori della consultazione, non sarebbero corretti. Dall’analisi del traffico dati i due milioni e mezzo di voti dichiarati dagli indipendentisti in realtà non sarebbero più di 100mila. Oltre a questo un decimo dei votanti si sarebbe collegato dal Cile. A sostenere questa tesi sono i certificatori di traffico di Alexa pro, Trafficestimate e Calcustat per conto del Corriere del Veneto.
"I presunti votanti - scrive il Corriere del Veneto - non sono concentrati soltanto in Veneto come ci si dovrebbe aspettare da un referendum sull'indipendenza, ma sono sparsi un po' in tutto il mondo e provengono dalla Germania, dalla Spagna e dalla Serbia". Poi spunta un misterioso 10 per cento, che si è collegato da Santiago del Cile". Secondo il Corriere si tratterebbe di programmi di società specializzate nati per accedere a pagine web, a chat e a videogiochi per eseguire compiti di routine, per garantire la sicurezza o per fare i passaggi necessari per votare a un referendum e aumentare così il traffico dati e mettere più in vista una pagina internet sui motori di ricerca come Google.
Sempre secondo l'edizione locale del quotidiano milanese "la bolla mediatica sarebbe partita alcuni giorni prima del referendum, quando il portavoce internazionale di Plebiscito.eu, Lodovico Pizzati ha rilasciato un'intervista ai media russi, cavalcando l'onda delle tensioni in Crimea. Il passo successivo era prevedibile: i veneti indipendentisti, agli occhi della stampa mondiale, sono finiti sullo stesso piano della Crimea, la Scozia, l'Irlanda, i Paesi Baschi e la Catalogna. La notizia è subito diventata virale facendo aumentare il traffico al sito di Busato".
Dopo l'inchiesta del pubblicata dal Corriere, il leader degli indipendentisti, Gianluca Busato, intervistato da Radio 24 e ha ribadito che i dati forniti da Plebiscito.eu sono corretti e ha invitato i consumatori a boicottare il quotidiano con una campagna di volantinaggio
"I presunti votanti - scrive il Corriere del Veneto - non sono concentrati soltanto in Veneto come ci si dovrebbe aspettare da un referendum sull'indipendenza, ma sono sparsi un po' in tutto il mondo e provengono dalla Germania, dalla Spagna e dalla Serbia". Poi spunta un misterioso 10 per cento, che si è collegato da Santiago del Cile". Secondo il Corriere si tratterebbe di programmi di società specializzate nati per accedere a pagine web, a chat e a videogiochi per eseguire compiti di routine, per garantire la sicurezza o per fare i passaggi necessari per votare a un referendum e aumentare così il traffico dati e mettere più in vista una pagina internet sui motori di ricerca come Google.
Sempre secondo l'edizione locale del quotidiano milanese "la bolla mediatica sarebbe partita alcuni giorni prima del referendum, quando il portavoce internazionale di Plebiscito.eu, Lodovico Pizzati ha rilasciato un'intervista ai media russi, cavalcando l'onda delle tensioni in Crimea. Il passo successivo era prevedibile: i veneti indipendentisti, agli occhi della stampa mondiale, sono finiti sullo stesso piano della Crimea, la Scozia, l'Irlanda, i Paesi Baschi e la Catalogna. La notizia è subito diventata virale facendo aumentare il traffico al sito di Busato".
Dopo l'inchiesta del pubblicata dal Corriere, il leader degli indipendentisti, Gianluca Busato, intervistato da Radio 24 e ha ribadito che i dati forniti da Plebiscito.eu sono corretti e ha invitato i consumatori a boicottare il quotidiano con una campagna di volantinaggio