POLITICA
Il premier a 'L'Arena'
Renzi: il 2015 si chiude meglio del 2014 ma ancora non sono soddisfatto
"L'Italia è come se fosse guarita ma ancora non sta bene" dice Renzi, intervistato su Rai1. Il presidente del Consiglio, poi, affronta il caso di Banca Etruria e parla della nuova legge di stabilità
"Nel 2016 - dice il presidente del Consiglio - tutti i segnali dicono che andremo ancora meglio". Il Pil ha avuto segno meno nel 2012, nel 2013 e nel 2014: "Nel 2015 abbiamo fatto un passettino in avanti con +0,8%", sottolinea e "nel 2016 andremo ancora meglio faremo più dell'1,5% ma l'importante è che gli italiani ci credano". Nel 2016 "il deficit/Pil scenderà al 2,4%, si tratta del minor deficit degli ultimi 10 anni . Nel 2015 il deficit era al 2,6% del Pil, i governi precedenti erano al 3% o al 4%".
Il premier passa poi a parlare della legge di stabilità che - dice - "contiene diversi 'lingottini' e finalmente abbassa le tasse". E aggiunge "Non si pagano più alcune tasse odiose". E "a chi rimprovera la maggioranza di aver inserito nella legge di stabilità tante 'mance'", il premier replica: "ci sono soldi che vanno alle associazioni del volontariato, alla scuola, alla cultura e al Coni. Ma è un bene - spiega - perché l'Italia è fatta anche di questo. L'Italia è anche mondo del volontariato". E sulle polemiche sollevate dal M5S commenta: "Quando la Camera ha approvato la legge di stabilità" i 5 stelle non erano neanche in Aula. Fanno un'opposizione che regge fin quando ci sono le telecamere".
L'altro tema caldo affrontato nell'intervista è il caso del crack delle banche. "Servono meno banche di paese e più banche per il Paese. In Italia ci sono troppe banche - spiega- bisogna iniziare a metterle insieme". "Ci sono troppi direttori generali, troppi Cda e troppe poltrone" aggiunge. E poi: "La prossima mossa che faremo sarà unificare sempre più le banche del credito cooperativo, che sono anche belle ma devono essere più solide, e poi ci sono troppe poltrone". "È il momento di voltare pagina", aggiunge. Poi il presidente del Consiglio specifica che "Bankitalia e tutte le altre istituzioni godono di rispetto, la questione non è giocare alla scaricabarile: se immagina che scarichi la responsabilità sugli altri come faceva la politica in passato si sbaglia". Sulla posizione del padre del ministro Boschi, coinvolto nel caso di Banca Etruria, Renzi dice: "Questo governo non guarda in faccia nessuno", respingendo l'accusa di un conflitto di interesse del ministro. "Dove sta il conflitto se il papà della Boschi è stato sanzionato e se questo governo ha mandato a casa il cda dove sedeva?".
Dopo il suo intervento a 'L'Arena' il premier annuncia sui Social Network la sua partenza per il Libano e lancia il suo incitamento al Paese: "Al lavoro in questi giorni prenatalizi. Martedi porto l'abbraccio degli italiani alle nostre truppe in Libano. Mercoledì inauguriamo finalmente la variante di valico tra Firenze e Bologna (non ci posso credere, allora esiste davvero!). Giovedì 24 inauguriamo la riapertura di sei domus a Pompei che finalmente fa notizia per i restauri e non più per i crolli. E nel frattempo cerchiamo di chiudere la legge di stabilità dove le tasse vanno giù e i soldi per scuola cultura e sociale vanno su. Italia, coraggio!", scrive su Facebook.
Una variante, sei domus, truppe e tasse https://t.co/IW5NoUWCGX
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 20 Dicembre 2015