POLITICA
#Matteorisponde
Renzi: "Io killer? Grillo è in difficoltà e vuol nascondere le firme false"
Il premier in diretta streaming da Palazzo Chigi dove ricompare la bandiera Ue. Sul Referendum, Renzi ribadisce: "Se va male non sarò della partita"
"E' un tranello, leader M5s vuol nascondere realtà reato"
Il premier, poi, va all'attacco replicando a Beppe Grillo che ha detto che i sostenitori del Sì sono "serial killer dei nostri figli". "Non cascateci: Grillo, che è uno straordinario professionista della comunicazione, dice che noi siamo i serial killer e tutti rispondono ma così nessuno parla più delle firme false. E' una tecnica, Grillo e i 5 stelle in queste ore sono in difficoltà perché è emerso il reato delle firme false. Siccome sotto il profilo comunicativo sono all'angolo, Grillo inventa una frase a effetto cosicché tutti cadano nel tranello e improvvisamente si nasconde la realtà". Afferma Renzi nella diretta #Matteorisponde. "Non cadete nel tranello di Grillo: vuole che non parliamo di questioni concrete perché vuole cancellare l'affittopoli grillina ma non ce la farà", aggiunge. "L'Espresso, non smentito, ha scritto che con i rimborsi del Senato pagano la casa a Rocco Casalino. Io ero più per Taricone, ma Casalino è passato dalla casa del Grande fratello alla casa del Grande Senato".
Referendum, siamo tutti d'accordo che non è sul governo
"E' chiaro - ha detto ancora Renzi - che ci stiamo occupando anche di referendum perché è fondamentale per cambiare l'Italia: se non cambia, vi tenete questa disastrosa coalizione - perché non si può dire accozzaglia - di persone che non la pensano allo stesso modo quasi su niente ma hanno il desiderio di esprimere il loro No e poi dicono che la riforma è pasticciata. Pasticciata? Ma de che... il vero pasticcio rischiano di farlo loro il giorno dopo. Per competere a livello internazionale c'è bisogno di semplificare il Paese" e aggiunge "lo sappiamo, lo abbiamo detto e siamo tutti d'accordo che non sia un referendum sul governo".
"Se va male non sarò della partita"
Renzi elenca i protagonisti del fronte del No da Massimo D'Alema a Mario Monti, a Beppe Grillo. "Sapete perché dicono No? Perché loro pensano che con questo voto possono tornare a un sistema in cui si possono fare inciuci in Parlamento. Per questo non sarò della partita in caso le cose vadano male...". "Se volete una classe politica aggrappata alla poltrona e che non cambi mai prendetela, perché io non sto così", aggiunge. "Io sto qui e posso cambiare le cose. Non sto qui aggrappato al mantenimento di una carriera. Non ho niente da aggiungere al curriculum vitae".
Sanità: fondo più 2 mld, stop a "post-verità"
"Sulla sanità abbiamo messo 2 miliardi in più, sfido chi lo nega. Va bene che ora siamo nel periodo della post-verità, ma il Fondo è salito di 2 miliardi", chiarisce Renzi.
"Sulla sanità - ha affermato - non si possono ripetere gli errori del passato, con tagli fatti dai precedenti governi. Certo, bisogna intervenire sulle centrali di spesa, e dare lo stesso livello di prestazioni a tutti". "Bisogna che ci siano livelli uguali per tutti, e la riforma del 2001 ha invece creato 21 sistemi diversi". "Il referendum - ha aggiunto - comporta una possibilità: non tocca l'organizzazione della sanità, ma consente con il nuovo Titolo V di avere lo stesso livello di dignità. Se una regione libera un farmaco in tre mesi, anche le altre devono farlo". .
"Lombardia, firmeremo patto con Maroni per Regione"
"Firmeremo il patto per la Lombardia, con un presidente che non è del Partito democratico", il leghista Roberto Maroni, "come abbiamo fatto con le regioni del Sud". Precisa poi Renzi.
Scuola: più tempo pieno al Sud, così docenti a casa
"La cosa fondamentale è venire incontro alle esigenze studenti e non a quelle degli insegnanti. Però in un contesto in cui abbiamo messo 3 miliardi in più per la scuola, e nonostante ciò molti si lamentano, la soluzione migliore è il tempo pieno al Sud, in particolare in alcune zone. Lì c'è un problema per gli insegnanti ma anche per gli studenti, e noi vogliamo combattere le difficoltà degli studenti". Lo afferma il premier rispondendo a una domanda sui professori provenienti dalle Regioni meridionali assunte in quelle del Nord, ma che desiderano tornare nelle zone di origine.