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POLITICA

L'intervista al premier

Renzi: "Non mollo, le riforme le facciamo"

In un'intervista rilasciata ad Alan Friedman, il Presidente del Consiglio spiega che intende chiudere l'iter delle riforme entro Ferragosto e di non aver paura del voto segreto: "La maggioranza terrà". Poi fissa i tempi del Jobs Act: entro Natale. Sulla crescita ammette che sarà difficile raggiungere lo 0,8% previsto ma che non avrà impatto sulla vita dei cittadini. Sul caso Mogherini spiega: "non la faccio crocifiggere"

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"Non mollo, basta con quelli che dicono no". Netto, chiaro e soprattutto determinato. Così Matteo Renzi affronta il tema delle riforme in un'intervista rilasciata ad Alan Friedman e trasmessa su La 7 nell'ultima puntata del programma 'Ammazziamo il Gattopardo'. Sulla tempistica spera di chiudere "entro ferragosto". Ma anche se non fosse così, "noi, piaccia o non piaccia, le riforme le facciamo" aggiunge. Poi mette in guardia le opposizioni: "Noi siamo contro la dittatura della maggioranza ma siamo anche contro la dittatura della minoranza. Io vado avanti, non mollo, le riforme le facciamo". Sarebbe più giusto, dice Renzi, "avere un atteggiamento serio e votare alla luce del sole". Nonostante questo, assicura, "il voto segreto non mi preoccupa: credo che la maggioranza terrà. E anche se va sotto, poi si va alla Camera e con il voto che non è andato bene al Senato recuperiamo alla Camera".

Entro Natale faremo il "Jobs Act"
Nell'intervista il presidente del Consiglio commenta tutti i temi caldi del momento. Dalla piaga della disoccupazione, dove si mostra cauto: "La nostra priorità - sono le parole di Renzi - è il lavoro. Ma le statistiche, credo, inizieranno a migliorare solo dal 2015". Poi fissa i tempi del Job Act: "Il nostro auspicio è farcela entro Natale ma se tra sei mesi, a gennaio, non ci sarà stata la riforma del lavoro avranno avuto ragione i pessimisti. Io dico che le novità saranno evidenti e chiare".

"Molto difficile arrivare allo 0,8% del Pil previsto"
Quanto alla crescita del Pil quest'anno, il presidente del Consiglio, che - precisa Friedman - parla prima dell'annuncio del Fmi, dichiara che sarà "molto difficile" arrivare alla stima dello 0,8% contenuta nel Def. "Che la crescita sia 0,4 o 0,8 o 1,5% - aggiunge Renzi - non cambia niente dal punto di vista della vita quotidiana delle persone". Renzi torna a ribadire che conta garantire agli imprenditori l'accesso ai fondi e sbloccare quei 43 miliardi di investimenti annunciati per le infrastrutture, "che non violano nessun vincolo europeo perchè sono già conteggiati". E promette di accelerare il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione: "Entro il 21 settembre dovremmo riuscire a pagare tutti i debiti della pubblica amministrazione" assicura il presidente del Consiglio ma aggiunge che la somma totale sarà "molto meno" di 60 miliardi. La cifra esatta sarà calcolata entro 10 giorni. 

Gaza e Ucraina
"Tutta l'Europa si sta finalmente spostando sulla posizione egiziana, nel conflitto a Gaza" spiega Renzi che ricorda i suoi recentissimi colloqui con Netanyahu "con il quale - spiega - abbiamo discusso della proposta egiziana", e Al Sisi e osserva che "tutte le istituzioni europee stanno cercando di parlare con la stessa voce". "E' chiaro - avverte - che il grande bivio per l'Europa è se sceglie una visione angusta, miope e burocratica o la strada della politica. Mi spiego: in Europa è prevalsa una linea molto attenta più alle istanze dei singoli Paesi che dell'Europa nel complesso. Mi piacerebbe che fossimo capaci di lanciare un messaggio di speranza, come Europa. Non è una
sfida facile, e non credo che ce ne siano, ma noi - assicura Renzi - proveremo a farlo. E ci viene riconosciuto". A proposito del bombardamento della scuola Onu da parte dell'esercito israeliano, che ha causato almeno 16 morti, Renzi si mostra colpito: "Sono angosciato, sono molto preoccupato per il processo di pace in Medio Oriente". Riguardo alla crisi in Ucraina e all'ipotesi di nuove e più dure sanzioni nei confronti della Russia, Renzi chiarisce che la posizione dell'Italia sarà in linea con quella di Gran Bretagna, Germania e Francia. Ma avverte: "Siamo allineati alle posizioni del G7, ma attenzione a non usare toni da Guerra Fredda".

"Mogherini capace ma non la faccio crocifiggere"
Poi fa il punto sul dossier Mr., o Lady Pesc: "Federica Mogherini è una persona molto capace e molto brava, sarebbe un ottimo commissario ma noi, a questo punto, non mettiamo il nome sul tavolo finchè non c'è certezza che tocca all'Italia, non sono io arzigogolato ma le procedure e io non faccio crocifiggere il ministro degli Esteri". Dunque "fino a che non ho lettera di formale designazione della Commissione europea, che poi va portata al Consiglio, che si deve pronunciare a maggioranza qualificata..."
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