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ITALIA

Il premier e le contestazioni

Renzi contestato a Bologna: "Non mi spaventano 3 fischi, cambierò l'Italia"

Il presidente del Consiglio alla Festa dell'Unità di Bologna promette: "Avanti sulle riforme. La riforma della scuola non è prendere o lasciare. Ma se salta, addio 100mila assunzioni"

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Tensione e tafferugli a Bologna tra collettivi e forze dell'ordine dove il premier Matteo Renzi ha fatto il discorso di chiusura alla Festa dell'Unità. Mentre il premier stava parlando, un centinaio di manifestanti dei collettivi bolognesi ha tentato l'accesso al parco Montagnola dove è sistemato il palco da cui il presidente del Consiglio (e segretario del Pd) stava parlando. Prima di questo tentativo, gli agenti avevano però chiuso i cancelli dell'accesso agli stand della Festa, in via XX settembre. I manifestanti hanno cercato di entrare lo stesso, scuotendo il cancello e cercando di rimuoverlo. Sono partiti sputi verso i poliziotti che hanno reagito con una breve carica.

Le contestazioni
"So che ci sono persone che mi vogliono contestare sulla scuola e sono pronto a incontrare chiunque, ma libertà è rispondere con un sorriso a chi contesta e dire che non ci facciamo certo spaventare da tre fischi: abbiamo il compito di cambiare l'Italia e la cambieremo, di non mollare e non molleremo". Matteo Renzi ha risposto così alle contestazioni. "Cari democratici, prendiamoci un impegno: non ci fermeremo a cento metri dal traguardo. Taglieremo il traguardo sulla legge elettorale, le riforme, sulla necessità di dare più soldi alla scuola pubblica e lo faremo senza dare a nessuno il diritto con un fischio di bloccarci". 

Sulla scuola
Sulla riforma della scuola il governo è disposto a "discutere con tutti ma non consentiremo a nessuno di negare la realtà e cioè che se la 'buonascuola' passa, entreranno al lavoro 100mila persone - ha detto dal palco della Festa dell'Unità il premier Renzi. "Possiamo discutere nel merito del ruolo del preside e dei dirigenti, la prposta del governo - ha assicurato - non è prendere o lasciare, ma lasceremo la scuola soltanto in mano a chi urla. Non la lasciamo a chi pensa che non si possa discutere nel merito" perché "la scuola è delle famiglie non solo di chi è organizzato". 

 
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