POLITICA
L'approdo a Palazzo Madama previsto intorno alle 16.30
Riforma del Senato, il presidente Grasso: domani ddl Boschi in Aula
Il presidente dei senatori del Pd, Zanda: "Il provvedimento di riforma costituzionale inizierà domani in Aula con la relazione di Anna Finocchiaro e spero di Calderoli". Mercoledì forse si voterà il testo. Ieri approvato in commissione Affari Costituzionali un emendamento che riscrive l'art. 117 della Carta
Roma
Riforma del Senato agli sgoccioli. Quella di oggi si annuncia infatti una giornata decisiva per la riforma di Palazzo Madama. Il presidente del Senato Grasso, dopo la conferenza dei capigruppo, ha dato l'annuncio: il ddl Boschi domani approderà in Aula intorno le 16.30. "La Commissione - ha detto il presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda, al termine della capigruppo - terminerà il suo lavoro questa sera e quindi il provvedimento di riforma costituzionale inizierà il suo cammino in aula domani pomeriggio con la relazione di Anna Finocchiaro (presidente della Commissione Affari costituzionali, ndr) e spero di Calderoli". I lavori proseguiranno lunedì dalle 11 fino alle 24, poi tutto martedì. "Mercoledì - ha concluso - dovremmo cominciare a votare il testo". Il termine per gli emendamenti al disedno di legge sulla riforma del Senato scadrà martedì alle 12.
In mattinata Grasso aveva convocato la Conferenza dei capigruppo dopo il dibattito in Aula seguito alla richiesta della presidente Finocchiaro di concludere oggi l'esame in sede referente del testo. Anche il presidente dei senatori di Fi, Paolo Romani, e quello dei senatori Ncd, Maurizio Sacconi, hanno appoggiato la richiesta della presidente Finocchiaro, di rinviare la discussione di un giorno. Diversa, invece, la richiesta di Sel, M5S e dei senatori 'dissidenti' che hanno chiesto un "tempo congruo" per analizzare il testo, quindi uno slittamento di almeno una settimana. A favore di uno slittamento più lungo anche Domenico Scilipoti (Fi), che ha preso la parola in Aula. Romani, quindi, ha precisato che il suo intervento "non rappresenta l'opinione del gruppo".
Approvato il nuovo titolo V della Costituzione
La Commissione Affari costituzionali del Senato ieri ha approvato un emendamento dei relatori che riscrive l'articolo 117 della Costituzione, quello che definisce le competenze legislative di Stato e Regioni. Rispetto al ddl del governo l'emendamento aumenta le competenze delle Regioni. Era questo uno dei punti dell'accordo della maggioranza con Lega e Forza Italia. Le modifiche approvate riguardano anche altri due articoli dell Carta: il 116 e il 119. Il testo andrà in aula da domani e al voto da martedì prossimo.
L'articolo 116, approvato nella seduta di ieri mattina, prevedeva che le Regioni potessero chiedere autonomia in alcune materie come l'organizzazione della giustizia di pace, l'istruzione e la tutela dell'ambiente dell'ecosistema e dei beni culturali con un'intesa con lo Stato. Nel testo base del governo si pensava di sopprimere totalmente questa possibilità, riducendo di fatto il potere delle Regioni. Con un emendamento presentato dai relatori, a seguito dell'accordo politico tra maggioranza e Lega, questa possibilità è rientrata in Costituzione con l'introduzione però di un vincolo di bilancio. Ossia l'autonomia in quelle materie può essere affidata alla Regioni "purchè sia in condizione di equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio".
L'articolo 117 della Costituzione riguarda la potestà legislativa. La modifica introdotta sopprime totalmente la legislazione concorrente tra Stato e Regioni e lascia agli enti locali il potere di legiferare su "pianificazione del territorio regionale, mobilità al suo interno, dotazione infrastrutturale, programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali, promozione dello sviluppo economico locale e organizzazione in ambito dei servizi alle imprese e in materia di servizi scolastici, istruzione e formazione professionale, promozione del diritto allo studio, anche universitario, di disciplina, per quanto di interesse regionale, delle attività culturali, della valorizzazione dei beni ambientali e paesaggistici, di valorizzazione e organizzazione regionale del turismo, di regolazione, sulla base di apposite intese concluse in ambito regionale, delle relazioni finanziarie tra gli enti territoriali della Regione per il rispetto degli obiettivi programmatici regionali locali di finanza pubblica, nonchè in ogni materia non espressamente riservata alla competenza dello Stato".
In mattinata Grasso aveva convocato la Conferenza dei capigruppo dopo il dibattito in Aula seguito alla richiesta della presidente Finocchiaro di concludere oggi l'esame in sede referente del testo. Anche il presidente dei senatori di Fi, Paolo Romani, e quello dei senatori Ncd, Maurizio Sacconi, hanno appoggiato la richiesta della presidente Finocchiaro, di rinviare la discussione di un giorno. Diversa, invece, la richiesta di Sel, M5S e dei senatori 'dissidenti' che hanno chiesto un "tempo congruo" per analizzare il testo, quindi uno slittamento di almeno una settimana. A favore di uno slittamento più lungo anche Domenico Scilipoti (Fi), che ha preso la parola in Aula. Romani, quindi, ha precisato che il suo intervento "non rappresenta l'opinione del gruppo".
Approvato il nuovo titolo V della Costituzione
La Commissione Affari costituzionali del Senato ieri ha approvato un emendamento dei relatori che riscrive l'articolo 117 della Costituzione, quello che definisce le competenze legislative di Stato e Regioni. Rispetto al ddl del governo l'emendamento aumenta le competenze delle Regioni. Era questo uno dei punti dell'accordo della maggioranza con Lega e Forza Italia. Le modifiche approvate riguardano anche altri due articoli dell Carta: il 116 e il 119. Il testo andrà in aula da domani e al voto da martedì prossimo.
L'articolo 116, approvato nella seduta di ieri mattina, prevedeva che le Regioni potessero chiedere autonomia in alcune materie come l'organizzazione della giustizia di pace, l'istruzione e la tutela dell'ambiente dell'ecosistema e dei beni culturali con un'intesa con lo Stato. Nel testo base del governo si pensava di sopprimere totalmente questa possibilità, riducendo di fatto il potere delle Regioni. Con un emendamento presentato dai relatori, a seguito dell'accordo politico tra maggioranza e Lega, questa possibilità è rientrata in Costituzione con l'introduzione però di un vincolo di bilancio. Ossia l'autonomia in quelle materie può essere affidata alla Regioni "purchè sia in condizione di equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio".
L'articolo 117 della Costituzione riguarda la potestà legislativa. La modifica introdotta sopprime totalmente la legislazione concorrente tra Stato e Regioni e lascia agli enti locali il potere di legiferare su "pianificazione del territorio regionale, mobilità al suo interno, dotazione infrastrutturale, programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali, promozione dello sviluppo economico locale e organizzazione in ambito dei servizi alle imprese e in materia di servizi scolastici, istruzione e formazione professionale, promozione del diritto allo studio, anche universitario, di disciplina, per quanto di interesse regionale, delle attività culturali, della valorizzazione dei beni ambientali e paesaggistici, di valorizzazione e organizzazione regionale del turismo, di regolazione, sulla base di apposite intese concluse in ambito regionale, delle relazioni finanziarie tra gli enti territoriali della Regione per il rispetto degli obiettivi programmatici regionali locali di finanza pubblica, nonchè in ogni materia non espressamente riservata alla competenza dello Stato".