POLITICA
I numeri
Riforme, il fronte del no che vuole il Senato elettivo
Non arretra la fronda che vuol mantenere il Senato elettivo e che si oppone al ddl Boschi
Matte Renzi è comunque ottimista e convinto che la dinastia “Minzmin”, la fronda cioè capitanata dal forzista Augusto Minzolini e dal democratico Corradino Mineo, non rovinerà il cammino rapido delle riforme e che il requiem del bicameralismo perefetto, con il nuovo Senato di non eletti, arriverà all’approdo con una maggioranza ampia.
Ottimismo forse di facciata perché, numeri alla mano, le incognite sono in realtà molte e, il fronte dei dissidenti, dovrebbe valere tra 50 e 60 senatori. Al netto di dissensi e incertezze, il governo dovrebbe comunque contare su 175 fedelissimi.
Forza Italia
I gruppi di Forza Italia che dovevano riunirsi domani alla presenza di Silvio Berlusconi hanno dovuto rinviare, su richiesta dello stesso leader, a martedì prossimo. Segno che la pressione dentro Fi è molto alta anche in seguito alla 'fronda' di Augusto Minzolini, che con altri senatori si oppone al Senato non elettivo e che, su questo, ha di fatto stretto un asse con i dissidenti del Pd e con Sel.
Fonti parlamentari spiegano che quella di Minzolini per ora è un'iniziativa personale in commissione, ma che in aula in 30 dentro Fi sono già pronti a sottoscrivere un emendamento da far votare la prossima settimana. I senatori di Forza Italia critici verso il patto del Nazareno ribadiranno la loro contrarietà anche durante la riunione con Silvio Berlusconi. E diranno al leader che non hanno intenzione di votare questa riforma costituzionale. I punti del dissenso comprendono anche le modifiche ai referendum (aumento delle firme a 1 milione) e all'ipotesi che in aula il governo farà marcia indietro sul mantenimento dell'immunità parlamentare. Anche su questo sono quindi pronti emendamenti dei frondisti Fi da portare sui banchi di Palazzo Madama per non modificare le norme sui referendum popolari e per mantenere l'attuale articolo 68 della Costituzione.
Partito Democratico
I “dissidenti” dem che porteranno il loro emendamento fino al voto dell’aula sono 19: Vannino Chiti, Felice Casson, Walter Tocci, Paolo Corsini i trainer. Tuttavia fanno asse con i forzisti che appoggiano Minzolini e i malpancisti al seguito di Fitto.
Gli altri
A dire “no” al Ddl Boschi anche altri senatori della maggioranza come Roberto Fomigoni e Antonio Azzollini che si sono uniti alla fronda pro-Senato elettivo. Roberto Calderoli, uno dei due relatori delle riforme, aveva poi già fatto sapere che se lo smottamento contro la Camera delle autonomie composta da senatori non eletti fosse diventato una frana, allora i malumori della Lega sarebbe stato difficile tenerli a bada. In realtà la partita del Carroccio si gioca tutta sul Titolo V e le competenze alle Regioni.