POLITICA
Le reazioni dopo l'approvazione della Camera
Riforme, soddisfazione delle forze di maggioranza. Boschi: "Grazie a chi ci ha creduto"
Critiche alla legge arrivano dalla minoranza Dem, che comunque ha votato il provvedimento
"Dopo due anni di lavoro, il Parlamento ha dato il via libera alla riforma costituzionale! Grazie a quelli che ci hanno creduto #lavoltabuona". Questa la prima reazione di Maria Elena Boschi, affidata a Twitter.
Dopo due anni di lavoro ,il Parlamento ha dato il via libera alla riforma costituzionale! Grazie a quelli che ci hanno creduto #lavoltabuona
— maria elena boschi (@meb) 12 aprile 2016A chi le chiedeva se fosse ottimista per il referendum confermativo di ottobre, la Boschi ha risposto: "Intanto godiamoci un risultato che è storico. L'approvazione definitiva delle riforme costituzionali dopo 30 anni di lavoro. Penso sia un risultato storico".
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dall'Iran, impegnato nella bilaterale con il presidente della Repubblica Hassan Rohani, ha salutato con grande soddisfazione la notizia dell'approvazione definitiva alla Camera: "Esprimo la mia gioia più profonda, è un giorno storico per l'Italia. Si è dimostrato che la democrazia vince e trionfa. E' un passaggio importante per la politica che dimostra di essere seria. Meno politici meno soldi alle regioni, più chiarezza nel rapporto tra Stato centrale e il territorio", ha spiegato il premier. "Si tratta di un gigantesco passo in avanti per la credibilita' delle istituzioni" e ha aggiunto che "E' una questione di serietà". Poi gettando uno sguardo in avanti verso il referendum di ottobre ha risposto al documento firmato dai tre rappresentanti della minoranza del Pd e all'opposizione parlamentare: "Mano tesa all'opposizione ma questo governo non si ferma, non si blocca. E' una questione di serietà. Questo governo è convinto nelle riforme, non abbiamo nessun timore o paura che il referendum sia personalizzato. I cittadini voteranno per cambiare, lo vedremo". Poi ha voluto mandare un messaggio anche ai sindacati: "Mi ricordo i sorrisetti di chi diceva che le riforme non andranno in porto, la politica ha riformato se stessa. Spero che questo spirito alimenti anche gli altri, che i sindacati sappiano riformare se stessi".
Anche il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini, affida a Twitter il suo primo commento: "Riforma Costituzionale approvata. Grazie a deputati Pd e senatori Pd #italiariparte. Adesso la parola ai cittadini. E' davvero #lavoltabuona".
Il presidente del gruppo Misto alla Camera, Pino Pisicchio, guarda già al prossimo e definitivo step, il referendum confermativo: "Oggi si chiude il lungo iter parlamentare relativo alla riforma del bicameralismo perfetto e, virtualmente, si entra nella fase della campagna referendaria. Come dice la nostra Costituzione, dunque, la parola passa ai cittadini, gli unici a poter sanzionare con un sì o con un no l'ingresso delle nuove norme nel nostro ordinamento. Il nostro auspicio è che il dibattito politico abbia al centro il merito e non, come troppo spesso avviene nei referendum, il pregiudizio politico".#RiformaCostituzionale approvata. Grazie a @deputatipd e @senatoripd #italiariparte. Adesso la parola ai cittadini. E' davvero #lavoltabuona
— Lorenzo Guerini (@guerini_lorenzo) 12 aprile 2016
il presidente dei deputati di Area popolare, Maurizio Lupi, ricorda la figura dell'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e guarda fiducioso al futuro delle riforme: "La riforma della Costituzione, con la fine del bicameralismo perfetto è da oggi una realtà, sulla quale si dovranno ora pronunciare gli italiani. Abbiamo iniziato questa legislatura applaudendo il presidente Napolitano che ci sferzava ad attuare questa riforma. Ma questo è solo il primo passo, comincia ora un lavoro di manutenzione costituzionale non meno decisivo di quello che ci ha portati a questo importante risultato".
La minoranza Pd: "Ora è importante riaprire il capitolo della legge elettorale"
Non sono invece soddisfatte di questa riforma le tre anime della minoranza Pd. Anche se hanno votato a favore del provvedimento, ora lanciano un avvertimento, sostenendo che è necessario "riaprire il capitolo della legge elettorale. E' importante che il Parlamento si impegni ad affrontare un pacchetto di misure capaci di offrire risposte a dubbi e criticità sollevate" a seguito della riforma costituzionale. "Trasformare un confronto sul merito in un plebiscito su una politica, una leadership o una nuova maggioranza di governo troverà l'opposizione ferma di chi, come noi, si è fatto carico del bisogno di completare una transizione aperta da troppo tempo". Così in una nota Roberto Speranza, Gianni Cuperlo e Sergio Lo Giudice, che sottolineano: "Sarebbe imperdonabile piegare la Costituzione al vantaggio contingente di una stagione. Su questo principio fonderemo le nostre scelte" sul referendum costituzionale.
Il deputato Pd Franco Monaco dichiara di non aver votato il ddl di riforma
Il deputato Pd Franco Monaco, invece, non ha votato il ddl Boschi perché, ha detto "Alle riserve di merito e di metodo che già nutrivo si è aggiunta una obiezione per me invincibile: il carico politico impressogli dal premier e il conseguente snaturamento del prossimo referendum. Da giudizio sul merito della riforma semmai proposto dalle opposizioni (ex art. 138 Cost.) a plebiscito sulla complessiva azione del governo. Esattamente la deriva plebiscitaria che denunciò il vecchio Dossetti nel 1994 con toni allarmati. Questo conferisce all'intero disegno riformatore, già sbilanciato di suo, un significato improprio che non posso condividere".
Il senatore di Ala Denis Verdini, parlando coi giornalisti dopo il processo che lo vede imputato a Firenze, ha spiegato il suo sostegno alla riforma costituzionale. "A me non è che piace il cambiamento o no del Senato. A me piace il fatto che si semplifichi la democrazia perché il mondo moderno è fatto così. Una democrazia non decidente ritarda lo sviluppo del Paese. Una che decide è più svelta, è più sbrigativa. Sono cose da sperimentare, non c'è un bene o un male, sono cose complesse" e poi ha aggiunto "Io ho votato le riforme convintamente, l'origine è il 'patto del Nazareno'. Tutte le opinioni sono valide ma la legislatura nasce zoppa, è zoppa, rimane zoppa. Significa che non c'è una maggioranza che si sia presentata chiedendo una cosa o un'altra. Abbiamo cominciato col governo Letta e proseguito col governo Renzi". E ha aggiunto, "Credo che la cosa sbagliata sia avvenuta con l'espulsione di Berlusconi dal Parlamento, cosa che ha sciupato tutto il procedimento che era iniziato".