ITALIA
Le truffe in Abruzzo, Liguria e Roma.
Roma. 650mila euro sottratti a correntisti: 11 arresti per truffa alle Poste
A sgominare la banda criminale, composta da alcuni dipendenti infedeli di Poste, la polizia postale coordinata dalla Procura di Roma.I dipendenti infedeli accedevano alle banche dati, individuavano i conti correnti più 'appetibili', clonavano e riscuotevano assegni, buoni postali fruttiferi e libretti postali a risparmio
Roma
650mila euro sottratti ai correntisti di Poste Italiane. La truffa è stat scoperta dalla Polizai Postal che coordinata dalla Procura di Roam ha sgominato una banda criminale composta da dipendenti infedeli dell'azienda. Undici le ordinanze di custodia cautelare per truffa e frode. L'operazione ha riguardato diverse province italiane dell'Abruzzo, della Liguria ma soprattutto Roma. Alcuni dipendenti infedeli, accedendo alle banche dati, individuavano i conti correnti più 'appetibili' con maggiore disponibilita economica, poi si impossessavano di copie di documenti d'identita degli ignari titolari e di numerazioni degli assegni in dotazione ma non ancora utilizzati, dirottando consistenti somme di denaro con diverse operazioni fraudolente.
La truffa
Assegni postali, buoni postali fruttiferi del vecchio tipo e libretti postali a risparmio clonati e riscossi illegalmente. L'organizzazione entrava nel sistema telematico di Poste e sostituiva il numero di telefono lasciato come recapito dal malcapitato correntista con un'altra utenza telefonica attivata con documenti falsi. Lo stesso giorno l'organizzazione monetizzava i vaglia e i buoni reinvestendo le somme con altri prodotti postali o ricariche carte Poste Pay intestati ad ulteriori nominativi e completando in questo modo l'opera di riciclaggio. Il personale del compartimento polizia postale e delle comunicazioni di Roma ha ricomposto il flusso di denaro quantificato in circa 650.000 euro riscossi in frode, mentre le truffe tentate ammontano a circa 13.000 euro.
La truffa
Assegni postali, buoni postali fruttiferi del vecchio tipo e libretti postali a risparmio clonati e riscossi illegalmente. L'organizzazione entrava nel sistema telematico di Poste e sostituiva il numero di telefono lasciato come recapito dal malcapitato correntista con un'altra utenza telefonica attivata con documenti falsi. Lo stesso giorno l'organizzazione monetizzava i vaglia e i buoni reinvestendo le somme con altri prodotti postali o ricariche carte Poste Pay intestati ad ulteriori nominativi e completando in questo modo l'opera di riciclaggio. Il personale del compartimento polizia postale e delle comunicazioni di Roma ha ricomposto il flusso di denaro quantificato in circa 650.000 euro riscossi in frode, mentre le truffe tentate ammontano a circa 13.000 euro.