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Roma, caso Marra. Di Battista difende Di Maio: le bufale screditano la stampa
"Oggi il Corriere della Sera, la Repubblica di De Benedetti e il Messaggero di Caltagirone, per attaccare, ancora una volta, Luigi Di Maio, pubblicano l'ennesima bufala", scrive su Facebook Alessandro Di Battista. "Questa scarsissima professionalità pregiudica il lavoro di tanti bravi giornalisti, molti da 1000 euro al mese, e quando perde di credibilità la categoria dei giornalisti - prosegue il deputato M5S - è un problema per la democrazia". "Lo ripeto ancora una volta, se il 10% di questa attenzione morbosa, a volte ossessiva, l'avessero dedicata anche alle proposte del M5S, su tutte il reddito di cittadinanza, probabilmente questo Paese sarebbe più giusto", conclude.
Il post di Di Battista arriva in seguito alla pubblicazione del contenuto di sms che Di Maio ha inviato a Virginia Raggi lo scorso agosto. Gli sms riguardano proprio Raffaele Marra, in carcere da 50 giorni con l'accusa di corruzione, e già all'epoca al centro di una forte polemica interna ai 5S, con l'ala lombardiana del minidirettorio pentastellato che chiedeva la sua rimozione dalla stanza dei bottoni del Campidoglio. Secondo quanto riportato, in particolare in un messaggio il vice presidente della Camera garantisce per Marra e ne parla come di "uno dei miei" e di "un servitore dello Stato". Il contenuto di questi messaggi sarebbe stato estrapolato dallo smartphone di Marra, sequestrato dagli inquirenti. La ricostruzione fatta oggi dai quotidiani smentisce quanto affermato da Di Maio domenica scorsa a In mezz'ora su Rai3. Da Lucia Annunziata, ha dichiarato che nel luglio scorso aveva convocato Marra per "cacciarlo" e che fu la sindaca Raggi a non volere il suo licenziamento.