POLITICA
Presentati 600 emendamenti
Salvini: approvare il decreto sicurezza o salta tutto. Di Maio assicura: saremo leali
Il vicepremier M5s rassicura l'alleato leghista dopo la richiesta di modifiche da parte di 19 deputati pentastellati
Emendamenti di alcuni 5S sono solo "azione di testimonianza"
Il ministro di Lavoro e Sviluppo economico viene interpellato sugli emendamenti presentati dai 19 parlamentari pentastellati al decreto Salvini. "Il decreto va avanti anche perché se lo riapriamo e lo modifichiamo lo facciamo decadere: non ci sono più i tempi - dice - Camera e Senato sono congestionati". E comunque "leggendo la lettera al capogruppo" dei firmatari "ho capito che questi emendamenti sono più una azione di testimonianza", che non c'è la volontà di far cadere il decreto. "Come capo politico devo assicurare la lealtà del Movimento a questo governo. E se ho votato con gli altri ministri un decreto quel decreto va votato - ha concluso Di Maio - perché sennò poi non possiamo chiedere di rispettare il contratto di governo".
Salvini: dl sicurezza approvato entro 3 dicembre o salta tutto
Sul tema Matteo Salvini è perentorio: "Il Dl sicurezza serve al Paese e passerà entro il 3 dicembre oppure salta tutto. Mi rifiuto di pensare che qualcuno voglia tornare indietro", dice il ministro dell'Interno a margine di un'iniziativa di promozione della donazione del sangue in piazza del Viminale.
Circa 600 emendamenti al dl sicurezza
Sono circa 600 gli emendamenti al dl Sicurezza presentati in commissione Affari costituzionali alla Camera. Di questi 5 sono presentati dal Movimento 5 Stelle. Per il presidente della Commissione, e relatore del provvedimento, Giuseppe Brescia (M5s), "rimangono forti perplessità su diversi punti del testo, come il ridimensionamento dello Sprar e la mancata tutela a chi potrebbe subire trattamenti disumani e degradanti. Sono punti a cui alcuni emendamenti presentati dai colleghi M5s danno risposta". "Personalmente ho ritenuto opportuno non presentare emendamenti migliorativi come relatore perché è noto che non governiamo da soli". "L'impianto proposto dal decreto regge se aumentano i rimpatri e se il numero di sbarchi rimane invariato, in caso contrario questo sistema è destinato a creare più irregolari, più marginalità e più insicurezza".