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POLITICA

8 studenti su 10 dicono no al prolungamento

Scuola, Furlan: "Disponibilità ad allungare anno scolastico per recuperare il tempo perso"

"La Cisl darà la disponibilità, ma la necessità va valutata bene rispetto a chi e al come perché la scuola in questi mesi ha continuato a lavorare", ha detto la segretaria generale della Cisl

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Se sarà necessario allungare la durata dell'anno scolastico per recuperare il tempo perso "la Cisl darà la disponibilità, ma la necessità va valutata bene rispetto a chi e al come perché la scuola in questi mesi ha continuato a lavorare". Lo ha detto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan su Rai1.

"E' un argomento da attivare attraverso un confronto. Può esservi questa necessità ma va individuata bene rispetto al chi e al come", ha detto ancora Furlan. "Se si rivelerà necessaria e servirà a recuperare le lacune dei ragazzi e delle ragazze tutti dobbiamo darci disponibili".

Servono investimenti e stabilizzazioni
Sul tema della scuola "abbiamo previsto che, se le cose non cambiano, inizieremo il nuovo anno scolastico con oltre 220 mila supplenti. Una scuola di qualità non può continuare a tenersi in piedi con un precariato così dilagante", quindi "bisogna investire e fare le stabilizzazioni". Lo ha sottolineato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, al termine dell'incontro dei sindacati con il premier incaricato Mario Draghi.

8 studenti su 10 dicono no a prolungamento calendario
Gli studenti bocciano l'ipotesi - trapelata dal tavolo del confronto che il premier incaricato Draghi sta avendo in questi giorni con le forze politiche - che vorrebbe un prolungamento dell'anno scolastico fino a fine a giugno, per consentire di recuperare il tempo perduto negli scorsi mesi tra chiusure e didattica a distanza. A farlo emergere un sondaggio del portale Skuola.net - con protagonisti 1800 alunni di medie e superiori - che mostra come a più di 8 ragazzi su 10 la proposta proprio non vada giù. La motivazione principale sta nel fatto che l'anno scolastico si è sempre concluso a inizio giugno, anche nel 2020, in piena pandemia; cambiare solo stavolta sarebbe poco convincente. Senza trascurare il fatto che, a detta dei ragazzi, se l'obiettivo di tale decisione fosse quello di aiutare gli studenti in difficoltà a rimettersi in linea con gli altri, difficilmente centrerebbe il bersaglio. Per l'82%, infatti, tre-quattro settimane in più di lezione servirebbero a poco. Alla fine, perciò, ad approvare uno scenario del genere è appena l'8%,mentre una quota simile non si sbilancia.

E se il nuovo governo decidesse comunque di andare avanti per la sua strada, tagliando una parte di vacanze? Quale sarebbe la soluzione preferita dagli alunni? Come detto, certamente non quella di cui si discute in queste ore. Tra le varie opzioni possibili, infatti, solo 1 su 4 si sacrificherebbe andando a scuola per tutto giugno. Meglio, semmai, cancellare la sosta di Pasqua e fare giusto qualche giorno in più a ridosso dell'estate: la pensa così il 45%. Ma non sono pochi quelli che guardano oltre: per 1 su 3 sarebbe più facile organizzarsi per far partire in anticipo (tra fine agosto e inizio settembre) il prossimo anno scolastico, mantenendo fermo il calendario di questo. 
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