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POLITICA

Rimini

Sinistra italiana: "Mai con Renzi"

Aperto il Congresso fondativo degli eredi di Sel

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Portare avanti "una sinistra tutta da scrivere", "autonoma e radicale", alternativa alla "destra di Renzi", ma attenta a quello che in queste ore si sta muovendo all'interno del Pd e nel resto del centrosinistra. Con questi sentimenti si apre a Rimini il Congresso fondativo di Sinistra Italiana, alla vigilia di un week end che segnerà profondamente le prospettive future e le prossime forme organizzative dei progressisti italiani.  

Mentre a Roma si rincorrono voci di mediazione dell'ultimo minuto, interne al Pd, al Palacongressi circa 650 delegati segnano il profilo di una nuova sinistra, erede di Sel, attenta al lavoro e ai diritti negati, in aperta contrapposizione con i modelli di centrosinistra che hanno governato l'Italia, ma anche diversi Paesi europei, negli anni '90, e oggi in crisi profonda.  

L'ex ministro Fabio Mussi, nella sua relazione introduttiva, mette in chiaro che per Matteo Renzi, definito "l'Achille Lauro 4.0", le "porte sono chiuse". "Abbiamo sperimentato la sua idea di democrazia, è un avventuriero, un giocatore d'azzardo", attacca tra gli applausi. Ma punta i paletti nei confronti dei possibili scissionisti: "Non siamo in attesa di essere reclutati. Nulla è scontato. Senza una reale svolta a sinistra nessuna alleanza". Quindi elenca il pantheon che Sinistra Italiana offre alla coalizione: "Sanders, non più Clinton, Corbyn non Blair, Podemos non Monti, Tsipras, non Alfano". Una sfida al Campo Progressista di Giuliano Pisapia, ma soprattutto agli esponenti della minoranza Pd, Michele Emiliano (presenza data per certa) e Roberto Speranza (ancora senza una conferma definitiva), attesi domani al Palacongressi, di ritorno dall'assemblea di Testaccio.

Sempre domani, ma la mattina, a Rimini arriva anche Matteo Ricci, responsabile enti locali del Pd. Più cauto e attento a ricucire con i dissidenti Pd, e in particolare con il "leader Massimo", Alfredo D'Attorre che chiede al nuovo soggetto di partecipare "sin dall'inizio al processo di costituente della sinistra italiana, come proposto da D'Alema". Una costituente che, ammonisce però Maurizio Landini deve ripartire dal lavoro. "Il mercato e l'impresa hanno loro rappresentanza, chi lavora - attacca il leader Fiom tra gli applausi - non li rappresenta nessuno. Per ricostruire la sinistra c'è una precondizione: tornare a unire quelli che lavorano che oggi sono divisi, frammentati, pensiamo ai precari. Su questo serve una rottura".  

In serata una lettera a Sinistra Italiana del Presidente della Repubblica: "Nel ringraziare per il saluto e le cortesi espressioni di stima che mi avete rivolto, sottolineo come l'impegno che intendete mettere in campo per rafforzare la forza e la credibilità dell'agire politico, tenda a collegare utilmente le battaglie civili e sociali con il tessuto delle Istituzioni, nel rispetto e nel riconoscimento delle diversità e delle libertà di tutti".
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