POLITICA
Cottarelli: risparmi per tre miliardi
ll commissario straordinario per la spending review ha presentato il piano
della spesa pubblica.
Naturalmente, sottolinea Cottarelli durante la sua audizione alla commissione Bilancio del Senato, per arrivare ai 3 miliardi bisogna mettersi "a lavorare seriamente e subito, a studiare la legislazione e a lavorare anche con gli Enti territoriali". Cosa farci con questo gruzzoletto non sarà poi certo Cottarelli a deciderlo ma "spetterà alla politica decidere se queste risorse possono essere utilizzate interamente per ridurre il cuneo fiscale". E questa sembra essere l'intenzione del premier Matteo Renzi (anche se le cifre non sembrano tornare completamente). Ad ogni modo Cottarelli a ottobre aveva promesso che per marzo avrebbe presentato il suo piano e così ha fatto: nel complesso per tagliare la spesa pubblica, dice il commissario, si può intervenire attraverso "33 azioni o gruppi di azioni", che si dividono in "quelle di immediata applicabilità nel 2014" e le "riforme strutturali per la spesa, che vanno iniziate quest'anno ma che avranno effetti sulla spesa a partire dal 2015 e 2016".
"Nel 2015 i risparmi dalla spending review potrebbero arrivare a 18 miliardi di euro, mentre nel 2016 si potrebbero toccare i 36 miliardi". Tagli che non dovrebbero interessare i meno abbienti, garantisce Cottarelli, perché le sue proposte "preservano le fasce di reddito più deboli" e garantiscono "un'attenzione negli aspetti redistributivi". Così come ha non essere toccate dovrebbero essere né istruzione né cultura.
Tra i risparmi strutturali indicati dal commissario ci sono innanzitutto 2 miliardi che potrebbero arrivare dagli immobili pubblici tra Stato ed enti territoriali, mentre "per i trasferimenti alle imprese ci sono circa quattro miliardi a livello di Stato e un paio a livello di Regioni su cui è possibile intervenire".
Un provvedimento importante potrebbe essere fatto sulle pensioni più alte, spiega Cottarelli, "la spesa per le pensioni è molto alta" e un'ipotesi potrebbe essere quella di "un contributo temporaneo per le pensioni oltre una certa soglia, essenzialmente per consentire l'assunzione di nuove persone". Una misura che riguarderebbe comunque solo il 15% di chi percepisce una pensione, precisa il commissario.
Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, "i trasferimenti dello Stato, per chilometro, sono del 55% più alti in Italia che nella media dell'area euro. Quindi in quest'area è necessaria un'operazione di efficientamento e di revisione delle tariffe". E poi un miglior coordinamento tra le forze di polizia potrebbe dar luogo a risparmi "significativi" nel triennio perché in Italia "ci sono 5 corpi, un numero tra i più alti, rispetto alla popolazione, in Europa". Per affrontare il problema di un eccesso di spesa per le auto blu il commissario straordinario propone un "misto tra il modello inglese e quello tedesco" arrivando a mantenere le auto "solo per i ministri e per il presidente del Consiglio" e poi "un massimo di cinque auto per ministero".
Intervento auspicabile in modo "equivalente a livello territoriale". Un taglio deciso anche a tutti quei microstanziamenti presenti in ogni legge di bilancio e ai tanti enti pubblici poco o per niente utili: "Ci sono Enti pubblici che si possono eliminare o razionalizzare. Tra quelli da eliminare, ad esempio, io avrei individuato il Cnel", dice Cottarelli, che bacchetta anche i dirigenti pubblici: "Rispetto ai colleghi europei le nostre retribuzioni sono alte in relazione al reddito pro capite dell'intera nazione", ribadisce.
Sul pubblico impiego in generale, invece, il commissario sostiene che nel prossimo biennio ci sarà bisogno di più mobilità nel pubblico impiego. Nel suo piano di risparmi "c'è una raccomandazione di rafforzare la mobilità, già attualmente esiste la mobilità obbligatoria ma in pratica non viene utilizzata", tuttavia "ora siccome non tanto le azioni per quest'anno ma le azioni in particolare per il 2015 e il 2016 creeranno necessariamente in alcune aree degli esuberi di personale, è necessario ci sia un'azione più efficace nella mobilità del personale pubblico".
Quanto alle aziende partecipate, inoltre, Cottarelli sottolinea come "bisogna distinguere tra quelle che forniscono servizi sociali e non possono essere chiuse, al limite ristrutturate, e quelle che non offrono servizi essenziali", perché "quelle si possono chiudere".
Un ragionamento a parte merita poi il comparto sanità, dove i possibili risparmi vanno definiti "nell'ambito del Patto per la salute", ma quello da cui certamente si deve iniziare è la riduzione dei ricoveri non necessari e un'incisiva applicazione dei costi standard. Un taglio, quello alla spesa sanitaria, che è necessario ma che "deve essere inferiore rispetto ad altre aree" e naturalmente deve essere concordato con le Regioni. Tra le aziende pubbliche c'è anche la Rai e qui Cottarelli pensa a un taglio delle sedi regionali perché la televisione pubblica "per legge deve avere sedi in tutte le Regioni, ma potrebbe benissimo coprire l'informazione regionale senza avere sedi".