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POLITICA

Il ministro della Difesa Pinotti: la consegna entro la prima decade di settembre

Iraq, l'Italia fornirà armi ai curdi

La copertura finanziaria dell'operazione di consegna delle armi ai peshmerga curdi "è pari a circa 1.900.000 euro". Lo ha reso noto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, in audizione davanti alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato 

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E' prevista una copertura finanziaria di circa 1,9 milioni di euro per l'invio delle armi dall'Italia in Iraq. Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, alle commissioni Esteri e Difesa riunite di Camera e Senato. "Acquisito il consenso delle autorità di Baghdad - ha spiegato Pinotti - sono in corso di finale perfezionamento le attività diplomatiche, organizzative e logistiche finalizzate al trasporto e alla consegna dei materiali richiesti".
  
Armi che saranno inviate
Una parte delle armi da inviare, ha proseguito, deriva da eccedenze del materiale nazionale, il resto è quello confiscato sulla motonave Jadran Express. Si tratta di 500 mitragliatrici MG 42/59, 100 mitragliatrici 12.7, 250mila munizioni per ciascuna delle due tipologie di armi (materiale nazionale), 1.000 razzi rpg 7, 1.000 razzi rpg 9 e 400mila munizioni per mitragliatrici di fabbricazione sovietica (materiale confiscato).

Si attende il via libera del ministero dell'Economia e delle Finanze
"Già durante le mie comunicazioni al Parlamento del 20 agosto - ha ricordato il ministro -  avevo anticipato che, sulla qualità e quantità dell'armamento leggero
da inviare in Iraq, non avremmo avuto difficoltà a fare esercizio di trasparenza, formalizzando, poi, le decisioni prese anche attraverso apposito emendamento al decreto di proroga delle missioni". Per formalizzare l'emendamento si attende ora
il via libera del ministero dell'Economia e delle Finanze. "In base all'evolversi della situazione contingente - ha aggiunto Pinotti - non è esclusa altresì la possibilità di
individuare, qualora richiesto, ulteriori forme di cooperazione/supporto a favore delle Autorità irachene, sempre in coordinamento con la Comunità Internazionale".
 
Gravi rischi per la sicurezza dell'Italia
"Vi è la possibilità, che alcune delle crisi" in atto, "e penso in primo luogo alla crisi in Libia, possano degenerare ulteriormente, con effetti potenzialmente gravi sulla sicurezza dell'Italia". Lo ha affermato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti - "Dobbiamo mantenere alta la nostra capacità di far fronte ad eventi imprevisti - ha raccomandato Pinotti - e, al tempo stesso, dobbiamo continuare a contribuire alla sicurezza internazionale, in particolare nelle aree per noi più critiche".
 
Personale militare all’estero sceso da 4.725 a 4.178 unità
Il ministro Pinotti ha inoltre dichiarato durante l’audizione che complessivamente, rispetto al primo semestre 2014, si è registrata "una diminuzione della consistenza media del personale militare impiegato" in missioni all'estero, "da 4.725 a 4.178 unità; in particolare, con riferimento alla missione Isaf, per la quale è stata avviata la fase di ripiegamento del contingente, la riduzione della consistenza media è da 2.250 a 1.500 unità".
 
Missioni all’estero
"Nel decreto-legge di proroga delle missioni internazionali per il secondo semestre 2014, attualmente in fase di conversione - ha ricordato Pinotti - sono confermati i teatri operativi contemplati dal precedente provvedimento di proroga e sono inserite, come preannunciato nelle comunicazioni rese al Parlamento, due nuove iniziative, le missioni europee nella Repubblica Centrafricana e in Sahel Mali, nonché l'operazione di scorta marittima alla nave statunitense 'Cape Ray', che ha proceduto alle attività per la neutralizzazione delle armi chimiche siriane, come deliberato dall'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche". "Sono inoltre disposte cessioni, a titolo gratuito - ha spiegato il ministro - di mezzi o materiali, a favore di Gibuti, Pakistan, Somalia e Giordania, che si inseriscono nell'ambito delle attività di cooperazione del settore difesa previste da accordi ratificati con gli Stati beneficiari ovvero dai mandati delle missioni".
 
In Libia si rischia il completo sfaldamento dello Stato
Roberta Pinotti ha affermato che in Libia si rischia "il completo sfaldamento dello Stato, con la perdita totale del controllo del territorio da parte delle legittime autorità, sempre più esposte all'azione di gruppi armati con aspirazioni politiche, di matrice fondamentalista, ovvero dediti alle attività illegali come il traffico di esseri umani". Il ministro della Difesa ha sottolineato che l'Italia addestra le forze di sicurezza locali con un massimo di 100 unità, ma, vista la situazione critica, ora ci sono solo poche unità.
 
Grazie alle missioni internazionali azzerato il fenomeno della pirateria
A partire dalla fine dell'anno 2011, il numero degli attacchi da parte di pirati,
soprattutto di quelli condotti con successo, "ha fatto registrare un notevole decremento, fino all'esaurimento", in particolare nell'area del Corno d'Africa. Il dato positivo sulla lotta alla pirateria marittima delle operazioni "Atalanta" e "Ocean Shield" a guida Nato, è stato fornito dal ministro della Difesa Pinotti. "Queste operazioni - ha spiegato il ministro - hanno costituito un efficace deterrente tanto che il numero degli attacchi è via via diminuito e nessuno di essi ha da tempo avuto più successo".
"Tale situazione, - ha poi detto - se da un lato è segno tangibile dei risultati conseguiti dalla Comunità internazionale, dall'altro deve essere assunta quale sprone per mantenere alta l'attenzione sul fenomeno pirateria".

Pinotti su Afghanistan: "La missione Isaf si concluderà il 31 dicembre"
Il ministro ha inoltre informato che la missione Isaf in Afghanistan si concluderà il 31 dicembre di quest'anno. "Oltre quella data potrà operare una nuova missione, molto più piccola come consistenza organica e con esclusivi compiti di addestramento e consulenza alle forze afgane, che sono ancora bisognose di aiuto in alcuni settori tecnico-specialistici e di supporto logistico". Questa missione, ha sottolineato Pinotti, "potrà concretamente prendere avvio a condizione che, prima del termine di Isaf, si concluda col Governo afgano un nuovo accordo sullo status giuridico delle Forze internazionali. In tale evenienza, l'Italia potrà confermare una sua partecipazione alla missione, che sarà comunque sottoposta al vaglio parlamentare".
   
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