SPETTACOLO
Edizione numero 68
Tre italiani in concorso al Festival di Cannes: Matteo Garrone, Nanni Moretti e Paolo Sorrentino
L'Italia cala gli assi contro un poker francese Esordio Portman, Allen fuori gara. "Senza Nanni non è Festival"
Tutti e tre i registi italiani in gara hanno già vinto sulla Croisette: Moretti nel 2001 conquistò la Palma d'Oro con La stanza del figlio; nel 2008 Gran Premio della Giuria a Garrone per Gomorra e premio della giuria al Divo di Sorrentino. "Sono felice di ricevere Nanni senza il quale Cannes non sarebbe Cannes", ha detto dal palco del cinema UGC-Normandie, sull'avenue parigina degli Champs-Elysées, il delegato generale del Festival, Thierry Fremaux, presentando la rassegna al fianco del neo-presidente Pierre Lescure che sostituisce Gilles Jacob alla guida del concorso.
Fremaux ha poi respinto seccamente l'ipotesi sollevata da un giornalista italiano secondo cui le pellicole di Garrone e Sorrentino fossero state girate in lingua straniera per compiacere il pubblico anglosassone: "No, Sorrentino e Garrone non hanno realizzato i loro film in inglese per piacere al mercato anglosassone", ha tagliato corto il delegato generale. "L'inglese - ha continuato - è l'esperanto, ormai è una lingua mondiale, non è legato per forza a un solo Paese. E poi si tratta di film in inglese con attori inglesi e una logica drammatica legata a personaggi internazionali". "Sorrentino e Garrone non fanno questo per piacere al mercato anglosassone", ha insistito Fremaux ricordando la genuinità di opere come Gomorra e La Grande Bellezza. "Il loro è un progetto artistico coerente", gli ha fatto Pierre Lescure.
In concorso, c'è anche l'italo-americano Roberto Minervini, con il film Other Side, che è stato scelto per partecipare alla sezione Un Certain Régard presieduta quest'anno da Isabella Rossellini.
Gli annunci di oggi riguardano circa il 90% della selezione ufficiale, che verrà completata prossimamente con la sorpresa degli ultimi film restanti: oggi sono stati annunciati 16 film ma alla fine saranno 20. "Quest'anno, abbiamo ricevuto 1.854 pellicole, sono sempre di più!", esultano gli organizzatori assicurando che la partecipazione al Festival di Cannes è aperta a tutti e che tutti i film giunti in segretaria vengono visionati "almeno una volta".
L'edizione di quest'anno presenta anche una nutrita schiera di film francesi in gara: Jacques Audiard con Dheephan (Titolo provvisorio), la Loi du Marché di Stéphane Brizé, a cui si aggiungono due registe donne: Valérie Donzelli con Marguerite e Julienne e Maiween con Mon Roi. C'è poi il ritorno in concorso di Gus Van Sant con 'The sea of tree'. E di Woody Allen, che a però rifiutato di partecipare alla gara ufficiale e sarà presente fuori concorso con il suo ultimo 'Irrational man. "Al telefono mi ha detto: 'Ma ti pare che partecipo al concorso?", ha raccontato ridendo Fremaux, riportando una sua conversazione con il regista di Manhattan.
Tra le 'Séances spéciales' anche l'attrice Nathalie Portman, al suo esordio cinematografico con 'Sipur Al Ahava Ve Choshecj', una 'Storia di amore e di tenebra, dal romanzo di Amos Oz.
Rivolgendosi ai cronisti in platea, Fremaux e Lescure hanno anche lanciato una raccomandazione di bon ton chiedendo di moderare il rito dei selfie sul red carpet. "Non vogliamo vietarli perché non siamo la polizia, ma ci permettiamo di lanciare una piccola campagna affinché se ne faccia un uso moderato", ha spiegato il delegato generale definendo la pratica dei selfie "ridicola e grottesca". "E poi nei selfie si viene sempre brutti", gli ha fatto eco Lescure, che si è mostrato spiritoso e brillante durante tutta la conferenza stampa, nello spirito del suo grande predecessore Gilles Jacob.