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POLITICA

Le conclusioni del vertice

Ue: "Ok a piano Juncker. Investimenti per 315 miliardi in tre anni"

Creato nuovo fondo per gli investimenti strategici. Via libera formale anche alla possibilità di posticipare sino al primo settembre 2015 il pagamento dei contributi extra al bilancio Ue. Il documento postato su Twitter nel profilo istituzionale della Commissione Ue

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Via libera della Ue al piano Juncker che crea un nuovo fondo per gli investimenti strategici (Efsi) con lo scopo di mobilitare 315 miliardi di euro nel 2015-2017. La Ue "prende nota della posizione favorevole" indicata dalla Commissione verso i contributi dei Paesi, "necessariamente in linea con la flessibilità" esistente. Il Consiglio approva anche la possibilità di posticipare sino al primo settembre 2015 il pagamento dei contributi extra al bilancio Ue dovuti dagli stati membri dopo la revisione dei conti degli ultimi anni. Rivisto al rialzo il contributo dovuto dall'Italia e fissato a 340 milioni di euro.

In base all'accordo raggiunto stasera la Commissione europea dovrà presentare a gennaio un proposta di regolamento per la costituzione del nuovo fondo per gli investimenti, da approvare "entro giugno" così da permettere dalla seconda meta del 2015 l'attivazione del nuovo strumento.

Ok formale a rinvio pagamenti
Via libera formale anche alla possibilità di posticipare sino al primo settembre 2015 il pagamento dei contributi extra al bilancio Ue dovuti dagli stati membri dopo la revisione dei conti degli ultimi anni (Iva più reddito nazionale lordo) compiuta da Eurostat. A beneficiarne sarà in particolar modo la Gran Bretagna, che avrebbe dovuto altrimenti pagare entro lo scorso primo dicembre 2,1 miliardi di euro a Bruxelles. Tra i paesi che hanno visto al rialzo il loro contributo a Bruxelles, perché cresciuti di più rispetto alle stime, anche l'Olanda (640 milioni), l'Italia (340 milioni), mentre Germania e Francia si sono viste scontare i loro contributi rispettivamente di 779 milioni e quasi 1 miliardo. In base al nuovo regolamento Ue adottato, possono chiedere di pagare a rate o di postporre i pagamenti tutti i paesi se il contributo extra complessivo dei 28 eccede un certo tetto, oppure quei paesi con un aumento individuale importante. A chiedere alla Commissione Ue di dilazionare i pagamenti sono stati la Gran Bretagna, ma anche l'Italia, la Francia, la Bulgaria, Malta, Slovenia e Cipro

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