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ITALIA

Il fatto risale al 2010

Roma: aborto nel bagno dell'ospedale, la Asl smentisce

La donna è stata seguita dai medici, il parto è avvenuto "nella stanza della degenza": così l'azienda ospedaliera risponde alla donna romana che ha denunciato di essere stata lasciata sola, ad abortire in bagno, dai medici obiettori

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Diverse inchieste cercheranno di fare luce su due versioni così contrastanti della stessa storia. Dopo una indagine interna, la  Asl Roma B descrive una scena ben diversa: la donna non avrebe abortito nel bagno dell'ospedale, ma nella stanza in cui era degente; non sarebbe stata sola ma seguita da due medici. La Direzione sanitaria smentisce seccamente il racconto che la coppia ha fatto durante una conferenza stampa.

I fatti risalgono al 2010 quando la coppia romana scopre che il feto di cinque mesi ha una grave malattia genetica, per cui non c'è prognosi di sopravvivenza. Decidono così di abortire ma - sostengono - vengono lasciati soli perchè tutti i medici erano obiettori di coscienza.

Il racconto della donna
"Riesco, dopo vari tentativi, ad avere da una ginecologa dell'ospedale Sandro Pertini un foglio di ricovero, perché soltanto lei non era obiettore - ha raccontato la donna -. Entro in ospedale e inizio la terapia per indurre il parto. Dopo 15 ore di dolori lancinanti, vomito e svenimenti partorisco dentro il bagno dell'ospedale con il solo aiuto di mio marito. Nessuno ci assiste nemmeno dopo aver chiesto aiuto più volte. Anzi, a un certo punto entrano gli obiettori con il Vangelo in mano a dirci che commettevamo un crimine. Non li abbiamo denunciati soltanto perché eravamo sconvolti da quello che avevamo vissuto".

Asl "aborto avvenuto nella stanza della degenza"
Ricostruzione che per la Asl romana non corrisponde al vero. "La signora - sostiene l'azienda, dopo aver effettuato delle verifiche - è stata seguita dal personale che ha l'obbligo dell'assistenza anche nel caso di obiezione di coscienza. Pur comprendendo il disagio - prosegue la nota - dovuto al lungo periodo di travaglio, si fa presente che la rapidità della fase espulsiva del feto, avvenuta nella stanza di degenza è un evento assai comune per il periodo gestazionale. La signora è stata prontamente assistita e avviata alla sala parto per le successive procedure previste nel post parto".

Il Ministro Lorenzin chiede approfondimenti
Intanto il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha chiesto alla Regione Lazio informazioni in merito alla vicenda anche sulla corretta applicazione della legge 194. "I tavoli tecnici stanno lavorando sui consultori, sul 'progetto nascita' e la tutela della 194 come grande opportunità di prevenzione e sostegno alla donna, che non sempre è adeguata a livelli civili - ha detto il governatore del Lazio Nicola Zingaretti - Fra pochi giorni presenteremo le linee guida uscite da questi tavoli per il rilancio della 194, della funzione preventiva e della presenza di consultori per vedere come affrontare questo tema dell'effettiva garanzia dell'offerta di un servizio che come abbiamo visto non sempre è tale".
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