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ITALIA

Il caso

Armi chimiche siriane a Gioia Tauro: oggi assemblea dei sindaci, domani l'incontro con Letta

Riunione dei primi cittadini della Piana di Gioia Tauro a San Ferdinando. L'incontro precede l'appuntamento del 21 gennaio a Roma con il presidente del Consiglio Enrico Letta

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Nessuno vuole le armi chimiche siriane. I sindaci calabresi sono sul piede di guerra contro la decisione del governo di far transitare a Gioia Tauro la nave con le armi chimiche dismesse dal regime siriano.

La protesta 
I primi cittadini di Gioia Tauro Renato Bellofiore, di Rosarno Elisabetta Tripodi e di San Ferdinando Domenico Madafferi sono decisi a concordare una serie di iniziative a livello istituzionale: nel pomeriggio di lunedì 20 gennaio, nel municipio di San Ferdinando, si svolge un'assemblea dei primi cittadini dei 33 comuni del comprensorio e di altri comuni della regione.

Ferma l'opposizione anche del presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, e del presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa.


I sindaci e il presidente Scopelliti
"Non vogliamo fare allarmismi inutili, ma contestiamo sia la scelta sia il metodo utilizzato, con nessuna preventiva informazione alle autorità locali", ha spiegato il sindaco di Rosarno. "Perché questa operazione non viene fatta in un porto militare anziché in uno commerciale?". "Notizie non ne ho anche perché ufficialmente non sono stato avvisato, registriamo anche questo sgarbo istituzionale", ha sottolineato il sindaco di San Ferdinando dicendosi "pronto a occupare il porto" per impedire che la popolazione corra rischi: "L'abitato - ha ricordato - si trova a 300 metri dalle banchine". "Perché a Gioia Tauro si è scelto di portare le armi chimiche e non il relitto della Costa Concordia?", ha chiesto provocatoriamente il sindaco di Gioia Tauro. "Manca un piano di evacuazione e di sicurezza per la cittadinanza nel caso qualcosa non andasse per il verso giusto - ha aggiunto - E' mio dovere tutelare i miei concittadini".  

Per il presidente del Consiglio delle Autonomie locali e sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, quella dell'esecutivo è "una decisione verticistica che mortifica ed umilia, ancora una volta, la nostra terra. Non è in discussione la missione di pace e di disarmo della Siria, né il ruolo che l'Italia deve avere in questa delicata fase, il problema è che la Calabria è stata considerata quasi una pattumiera, una regione dove è possibile fare tutto".

L'incontro del 21 gennaio con Letta a Roma
L'incontro a San Ferdinando precede quello di martedì 21 gennaio a Roma con il presidente del Consiglio Enrico Letta, dove parteciperanno i 33 sindaci dell'associazione costituita nella Piana di Gioia Tauro, una delegazione della Regione Calabria e una rappresentanza di Confindustria.

 "Al premier Letta innanzitutto porteremo le nostre rimostranze per non essere stati coinvolti prima e poi vogliamo rassicurazioni concrete", hanno spiegato. "Chiederemo inoltre che il ministro Lupi venga a Gioia Tauro". All'incontro a Palazzo Chigi parteciperanno i sindaci di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno, il presidente della Regione Calabria, il presidente dell'autorità portuale e l'ad del terminalista del porto gioiese Medcenter.
 
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