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ITALIA

Atlantia potrebbe ridurre quota in Aspi sotto il 50%

Autostrade, arriva la proposta di Aspi al governo. Ma M5S frena: "Per noi resta no"

Una proposta convincente, che possa essere sottoposta al governo per evitare la revoca della concessione. Il consiglio di amministrazione di Autostrade per l'Italia l'ha messa a disposizione dei ministeri delle Infrastrutture e Trasporti, dell'Economia e di Palazzo Chigi

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Ore decisive per  il dossier Autostrade. Aspi ha inviato al Governo la sua proposta per scongiurare una revoca delle concessioni, che sarà esaminata in Consiglio dei ministri martedì. Ma il confronto nell'esecutivo parte in salita con i 5 stelle che restano sulle barricate. 

La proposta del cda di Aspi
Una volta terminato il Consiglio di Amministrazione di Autostrade per l'Italia, il Cda ha approvato una nuova proposta finalizzata a una positiva definizione della procedura di contestazione. La proposta di Autostrade per l'Italia sul nodo delle concessioni è stata recapitata  ai due ministeri competenti, Trasporti ed Economia, nonché a Palazzo Chigi. Al momento bocche cucite sui contenuti della proposta, sulla quale vige la consegna del silenzio.

M5S frena: per noi resta no
"Per noi resta no". Così fonti di primo  piano del M5S 'bocciano'  la proposta. Il risarcimento di 3,4 miliardi per chiudere il  procedimento, i 13,2 miliardi di investimenti e 7 di manutenzioni,  nonché un taglio dei pedaggi, un **incremento** medio annuo massimo  dell'1,75% sull'intero arco temporale della concessione non bastano a  convincere i grillini.        E questo nonostante l'Aspi nella sua proposta abbia evitato anche di  chiedere la modifica del dl Milleproroghe, ovvero della norma che  riduceva l'indennizzo a 7 miliardi in caso di revoca, cifra di gran  lunga più bassa dei 23 miliardi previsti dalla convenzione siglata nel 2008. Intanto i tecnici continuano a studiare il documento con le  proposte avanzate dall'azienda, ma la posizione dei 5 Stelle appare  già netta. Per i 5 Stelle la via maestra resta dunque quella della  revoca o in alternativa l'uscita di scena dei Benetton da Aspi, senza  ruoli di minoranza. Ma a questo punto la parola decisiva spetterà al  Cdm, dove le posizioni delle forze di maggioranza restano distanti.

La palla al governo
Dopo ore frenetiche di lavoro al quartier generale di Autostrade per l'Italia a Roma, l'ad Roberto Tomasi  e il Cda hanno messo a punto una proposta convincente da sottoporre al governo per evitare la revoca della concessione. L'offerta è arrivata, dunque, sul tavolo della ministra delle Infrastrutture e trasporti, Paola De Micheli, che entro oggii la esaminerà con i tecnici del ministero. Lunedì ne parlerà con il premier Giuseppe Conte che nei giorni scorsi aveva detto di attedersi "una proposta vantaggiosa" per lo Stato. Martedì il consiglio dei ministri dovrebbe sciogliere il nodo sul destino di una bella fetta della rete autostradale italiana. Non si esclude, però, un possibile slittamento a mercoledì o giovedì.

Le questioni sono due. La prima, più propriamente tecnica, riguarda la concessione in sé (sistema tariffario, manutenzione e investimenti). La seconda invece è di governance, ossia quale dovrà essere la nuova struttura societaria di Autostrade per l'Italia. Sul primo punto il governo vuole un taglio delle tariffe pari almeno al 5%, maggiori controlli sulla rete, un'accelerazione sugli investimenti. Il tutto per una cifra pari a circa 3,4 miliardi (a inizio giugno Aspi aveva offerto 2,8 miliardi) da aggiungere ai 7,5 miliardi di investimenti del piano presentato da Tomasi a gennaio. 

C'è poi la questione della governance. Il governo chiede ai Benetton di fare un passo indietro sul controllo della società (oggi Atlantia ha l'88% di Autostrade). Sembra che la holding sia disposta a scendere sotto il 50% (si parla del 30%) non più attraverso una cessione tout court, ma con un aumento di capitale pari a circa 3 miliardi di euro per fare entrare nell'azionariato delle "nuove" Autostrade, Cdp, F2i, Poste Vita e alcune casse previdenziali. 

Nell'approccio alla questione, il timore dei pentastellati è che arrivi un'offerta che vada bene ai Dem, ma non ai 5stelle. "Io sono per la revoca con un piano preciso che riesca a supportare la gestione" è la posizione del presidente della Camera, Roberto Fico. "Mi interessa però affermare un principio. Dopo la tragedia del ponte Morandi è finito il tempo in cui può succedere un disastro senza che chi sbaglia vada via".

In Italia viva c'è attenzione ai lavoratori di Aspi. Afferma Luigi Marattin: "Da parlamentare e cittadino vorrei sapere chi subentrerà nella gestione delle Autostrade e con  quali risorse, che fine fanno i lavoratori di Aspi e che valutazione di rischio è stata fatta sul risarcimento che dovrebbe essere versato ai Benetton".

Anche il fondo australiano MacQuarie sarebbe interessato a giocare un ruolo di primo piano.

Intanto arrivano inviti a fare presto anche dall'opposizione. "La soluzione migliore potrebbe essere rinnovare la concessione con condizioni assolutamente diverse e avviare strumenti per verificare attentamente che le regole vengano rispettate e che la sicurezza sia tutelata" afferma Antonio Tajani di Forza Italia.
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