POLITICA
Banche, Berlusconi: "Non scaricare su Bankitalia le colpe dei singoli"
"Non si possono condannare le banche per aver fatto le banche, e cioè per aver concesso dei prestiti che il persistere della crisi ha talvolta impedito a privati e aziende di restituire. Da liberale sono per la responsabilità personale, di banchieri o dei manager che hanno agito in malafede, o di controllori che non hanno controllato"
Quella di Bankitalia "è una questione molto complessa, che di solito viene affrontata in termini sbagliati - prosegue - Non si possono condannare le banche per aver fatto le banche, e cioè per aver concesso dei prestiti che il persistere della crisi ha talvolta impedito a privati e aziende di restituire. Da liberale sono per la responsabilità personale, di banchieri o dei manager che hanno agito in malafede, o di controllori che non hanno controllato. Ma sono contrario a una condanna complessiva del sistema bancario, come sono contrario a scaricare sulla Banca d'Italia nel suo complesso, e quindi sul suo governatore, responsabilità che appartengono a singoli. La mossa del leader del Pd mi pare improvvida e sa di ritorsione o di occupazione del potere".
Rosatellum: la Prima repubblica è morta di preferenze
"Le coalizioni si possono rompere dopo il voto con qualunque sistema elettorale, se sono fondate su convenienze tattiche e non su principi condivisi. La nostra non si rompe da quasi vent'anni, mi sembra un buon indizio di solidità. Quanto alle preferenze, i meno giovani lo ricorderanno: la prima repubblica è morta di preferenze, di campagne elettorali costosissime, di guerre correntizie, di corruzione diffusa per finanziare tutto questo".
Referendum: Tutti ci guadagnano se le regioni più effecienti camminano più veloci
"Ogni paragone con la Catalogna è del tutto improprio". Così Silvio Berlusconi commenta il referendum in corso in Lombardia e Veneto. "Questi referendum non soltanto si svolgono nel quadro di una piena legalità - aggiunge - questo è scontato, ma hanno come scopo la crescita di tutto il Paese. Se le regioni più efficienti camminano più velocemente, ne guadagna l'intera collettività, al Sud come al Nord. Non è una perdita di tempo che i cittadini siano chiamati a far sentire la loro voce su questo".