CULTURA
Tradotto in 37 lingue
Gabriel Garcia Marquez: 'Cent'anni di solitudine', un capolavoro da 60 milioni di copie vendute
Esce nel 1967 in Argentina, la storia lunga un secolo della famiglia Buendia diventa un successo mondiale. È stato votato durante il IV Congresso internazionale della Lingua Spagnola, nel 2007, come la seconda opera in lingua iberica più importante mai scritta
Roma
Tradotto in 37 lingue. 60 milioni di copie vendute in tutto il mondo. "Cent'anni di solitudine" è il romanzo più celebre dello scrittore colombiano Gabriel Garcia Marquez.
Eppure il romanzo all'inizio faticava a trovare un editore. È uscito nel 1967 in Argentina e per dattiloscrivere in bella copia il manoscritto e inviarlo, lo scrittore fu costretto all'epoca a vendere un braccialetto della moglie. Poi divenne un successo planetario.
Il romanzo è la storia lunga un secolo della famiglia Buendia sullo sfondo del paese leggendario Macondo, dove si intrecciano avvenimenti e fantasticherie, eroismi e solitudini.
La storia inizia con la mitica figura del fondatore di Macondo, Josè Arcadio Buendia e di sua moglie Ursula che lasciano Riohacha, in Colombia, per trovare una vita migliore e una nuova casa. Poi la parabola di solitudine e sconfitta in un mondo che pare fuori del tempo e dello spazio, tra 32 guerre civili, tutte perdute dal colonnello Aureliano Buendia, padre di 17 figli illegittimi.
Si arriva così all'ultimo della dinastia, Aureliano Babilonia, con cui la storia si chiude, in pratica come era cominciata, in un intreccio indistinguibile di realtà e fantasia, che è però esemplare ritratto dell'abbandono della solitudine in cui viveva la gente del Sudamerica.
Il romanzo, l'opera del realismo magico, è stato votato durante il IV Congresso internazionale della Lingua Spagnola, tenutosi a Cartagena nel marzo del 2007, come seconda opera in lingua spagnola più importante mai scritta, preceduto solo da Don Chisciotte della Mancia.
di Benedetta Bidini
Eppure il romanzo all'inizio faticava a trovare un editore. È uscito nel 1967 in Argentina e per dattiloscrivere in bella copia il manoscritto e inviarlo, lo scrittore fu costretto all'epoca a vendere un braccialetto della moglie. Poi divenne un successo planetario.
Il romanzo è la storia lunga un secolo della famiglia Buendia sullo sfondo del paese leggendario Macondo, dove si intrecciano avvenimenti e fantasticherie, eroismi e solitudini.
La storia inizia con la mitica figura del fondatore di Macondo, Josè Arcadio Buendia e di sua moglie Ursula che lasciano Riohacha, in Colombia, per trovare una vita migliore e una nuova casa. Poi la parabola di solitudine e sconfitta in un mondo che pare fuori del tempo e dello spazio, tra 32 guerre civili, tutte perdute dal colonnello Aureliano Buendia, padre di 17 figli illegittimi.
Si arriva così all'ultimo della dinastia, Aureliano Babilonia, con cui la storia si chiude, in pratica come era cominciata, in un intreccio indistinguibile di realtà e fantasia, che è però esemplare ritratto dell'abbandono della solitudine in cui viveva la gente del Sudamerica.
Il romanzo, l'opera del realismo magico, è stato votato durante il IV Congresso internazionale della Lingua Spagnola, tenutosi a Cartagena nel marzo del 2007, come seconda opera in lingua spagnola più importante mai scritta, preceduto solo da Don Chisciotte della Mancia.