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POLITICA

Consip, oggi al Senato al vaglio sfiducia a Lotti: Pd e governo lo blindano

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E' previsto per il pomeriggio al Senato, dopo il voto di fiducia sulla riforma del processo penale, il passaggio della sfiducia al ministro Luca Lotti sul caso Consip, il cui esito appare scontato. Mdp presenta una mozione per chiedere a Gentiloni di ritirare le deleghe al ministro fin quando non sarà chiarita la vicenda. Bersani chiede "un passo di lato" ma Speranza chiarisce: "non parteciperemo al voto sulla mozione M5s".   Nel Pd Mirabelli parla di 'mina contro il governo', mentre Emiliano spinge per le dimissioni. Intanto trapela il verbale dell'interrogatorio in cui Marco Gasparri rivela che Alfredo Romeo gli parlò di "interventi politici ad altissimo livello". Lotti si limitera' ad una relazione tecnica, saranno il renziano Marcucci e il presidente dei senatori Zanda ad attaccare il Movimento 5 stelle che ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dello Sport. Non ho mai conosciuto Romeo, ribadirà l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio che ricorderà all'Aula del Senato di essersi presentato subito di fronte ai giudici per rispondere al coinvolgimento nella vicenda Consip.    

I numeri non sono a rischio, anche i senatori di Ala dovrebbero votare con il Pd, mentre Forza Italia uscirà dall'emiciclo. Il campo di battaglia vedrà da una parte la Lega e i pentastellati e dall'altra i dem. Ma il gruppo del Pd punterà il dito anche nei confronti degli scissionisti che hanno annunciato la presentazione di una mozione di censura nei confronti di Lotti. I renziani sono pronti ad accusare il Movimento dei democratici e progressisti di voler lanciare un affondo contro il governo, "e' chiaro che non si puo' dire di si' a maggioranze diverse, domani nasce un caso politico", viene ribadito.   Nessuno nella maggioranza dem è preoccupato sulla possibilità che l'esecutivo possa andare sotto. Neanche sul voto di fiducia sul ddl penale, visto che gli alfaniani hanno incassato - attraverso emendamenti a firma dei relatori recepiti nel maxi-emendamento - la riduzione del tempo per l'esercizio della delega da parte del governo per il riordino delle intercettazioni da 12 a 3 mesi.

Qualche centrista si dovrebbe sfilare ma il via libera dell'Aula di palazzo Madama alla fiducia sul provvedimento siglerà ufficialmente la pace tra Renzi e Orlando. Del resto la linea dell'ex premier è quella di un dialogo con il ministro della Giustizia mentre l'orientamento è quello di non rispondere agli attacchi da parte di Emiliano. L'obiettivo è comunque quello di stemperare il clima interno al partito proprio per non distogliere l'attenzione dai programmi.
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