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POLITICA

"La disillusione può alimentare pulsioni antiscientifiche"

Conte: "Con il Recovery fund si possono garantire investimenti strutturali nella ricerca"

"Perché sia al servizio del Paese, necessita di programmazione, quindi di continuità e certezza degli investimenti", ha spiegato il premier a Trieste alla cerimonia di chiusura dell'EuroScience Open Forum

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Con il Recovery Fund il governo punta a garantire "opportunità di investimenti strutturali e adeguati nella ricerca, a fronte di un passato, in particolare in Italia, che ha registrato misure perlopiù disorganiche, occasionali": è quanto ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo a Trieste alla cerimonia di chiusura dell'EuroScience Open Forum, sottolineando che perchè "la ricerca sia al servizio del Paese, necessita di programmazione, quindi di continuità e certezza degli investimenti".

Nel suo intervento, Conte ha sottolineato come l'emergenza Covid renda anche "più urgente una riflessione sull'opportunità di spingere il sistema della ricerca verso una  riconfigurazione dei propri obiettivi, dei propri strumenti, per ampliare l'efficacia del proprio impatto sulla società, sull'economia, sulla comunità, sul sistema Paese nel suo complesso".

"4 obiettivi fondamentali, che ritengo davvero prioritari"
"Per mantenere la propria efficacia e il proprio ruolo nel mondo che ci restituirà l'emergenza Covid, il sistema della ricerca deve adattarsi, deve riconfigurarsi attraverso innovazioni necessarie, in grado di nutrire di qualità e competenze il tessuto economico e il tessuto sociale", ha rimarcato Conte, indicando quindi "quattro obiettivi fondamentali, che ritengo davvero prioritari".

"Innanzitutto - ha spiegato- dobbiamo favorire la ricerca integrata, multidisciplinare, complessa; due, dobbiamo rafforzare la ricerca di base; tre, dobbiamo promuovere la ricerca mission-oriented: i nostri ricercatori devono essere stimolati, sempre più, a dare concretezza alla propria ricerca, confrontandosi con il tessuto produttivo, con la società, ponendosi al servizio del mondo reale, al fianco delle istituzioni, delle imprese, del terzo settore, della società, delle persone. Quarto: dobbiamo avvicinare la ricerca alla formazione. Il mercato del lavoro pretende competenze aggiornate, adeguate alle sfide, alle trasformazioni in corso, quindi l'obsolescenza delle conoscenze, a cui si deve rispondere con il lifelong learning e con un'università mista, inclusiva, impone che nei percorsi formativi siano trasferite competenze aggiornate e che questo aggiornamento sia costante e accompagni le diverse professionalità nell'intero arco dello loro sviluppo".

"Rispetto a questa pandemia - ha concluso il presidente del Consiglio - l'auspicabile contributo di un ideale intellettuale è quello di ricomporre nello spazio pubblico una frantumazione di sguardi. Dobbiamo recuperare il concetto e il senso dell'unitarietà della scienza e della ricerca, una visione prospettiva che le singole scienze da sole non possono restituirci. Uno sguardo di sintesi al servizio anche della politica, chiamata a prendere decisioni di interesse pubblico per il bene comune".

"La disillusione può alimentare pulsioni antiscientifiche"
La "disillusione" intesa come sfiducia nella scienza, "può alimentare pulsioni antiscientifiche che si fondono con radicale diffidenza verso esperti. Pulsioni antiscientifiche che si riflettono poi sulla gestione della pandemia da parte della politica, anche se questa ha il sostegno dei migliori scienziati", ha sottolineato ancora Conte.

"Pandemia ha reso opinione pubblica più attenta ai rapporti tra scienza e politica"
''L'emergenza della pandemia ha reso l'opinione pubblica più attenta ai rapporti tra scienza e politica'', ha concluso il premier.
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