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POLITICA

Comunicazioni in vista del Consiglio Ue 12 e 13 dicembre

Conte al Senato, l'Aula approva risoluzione di maggioranza con 164 sì

Mes: dopo il sì della Camera giunge anche quello di Palazzo Madama. Alcuni senatori pentastellati votano in dissenso. L'intervento del premier a palazzo Madama ha ricalcato quanto detto stamane a Montecitorio

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Con 164 voti favorevoli è stata superata l'asticella di 161 voti che 'segna' la maggioranza assoluta a Palazzo Madama. I contrari sono stati 122 e 2 gli astenuti. Sono state poi respinte con 117 sì, 164 no e 5 astenuti la risoluzione presentata dal centrodestra e con 116 sì, 153 no e 5 astenuti il documento a prima firma Candiani. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha lasciato il Senato poco prima del voto finale sulle risoluzioni sul Mes, non rilasciando dichiarazioni.
 
Tuttavia, in seguito il premier ha affermato: "Non temo ripercussioni" sul governo. "Con tutto il rispetto e la prudenza del caso - ha aggiunto - procediamo spediti. Abbiamo la manovra in Parlamento, andiamo avanti".

Amendola: maggioranza coesa, in Ue non ci si isola
"Abbiamo lavorato bene come coalizione su un testo che dà mandato al governo di continuare sulla trattativa e di sostenere le nuove sfide dell'Ue. La coesione e l'unità che abbiamo dimostrato è proporzionale ad una compagna propagandistica e anti-Ue" che è emersa. Lo afferma, interpellato in Senato, il ministro degli Affari Ue Vincenzo Amendola dopo il voto sulla risoluzione sul Mes e sul prossimo Consiglio Ue. "Per cambiare l'Europa bisogna sedersi al tavolo, discutere e non isolarsi", sottolinea Amendola.

La replica del premier in Senato 
Nell'Aula del Senato le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in vista del Consiglio Ue del 12 e 13 dicembre hanno toccato - come alla Camera - la questione del Mes. L'intervento del premier in Senato ha ricalcato le comunicazioni fatte questa mattina a Montecitorio in vista dei due giorni del Consiglio europeo. Il premier Conte ha svolto le comunicazioni affiancato alla destra dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, e alla sinistra dal ministro degli Affari europei, Enzo Amendola. Tra i ministri presenti anche il titolare dei Rapporti con il Parlamento, il pentastellato Federico D'Incà. 

Alcuni senatori M5s hanno votato in dissenso dal gruppo.

Lucidi: disagio, impossibile fare politica
Quanto sta avvenendo sul Mes e prima sul voto di fiducia sul decreto Sisma, "è la sintesi di un percorso durante il quale molte persone hanno espresso disagio e malcontento", il gruppo M5s al Senato "è una pentola che bolle". Lo dice Stefano Lucidi, senatore M5s 'dissidente' che potrebbe lasciare i pentastellati. "Io non so che succederà nelle prossime ore ma in questo momento nel gruppo M5s del Senato non è possibile fare politica e quindi una decisione andava presa".

Grassi: non mi riconosco più nel M5s
"Il parlamento non è stato informato per tempo sulle modifiche sul Mes con l'impossibilità di intervenire". Lo ha detto, in dissenso dal gruppo M5s, Ugo Grassi, che ha quindi annunciato il voto contrario alla risoluzione di maggioranza e ha concluso: "Constato di non riconoscermi più nelle politiche del Movimento". 

M5s, anche Urraro vota in dissenso
Anche il senatore Francesco Urraro annuncia in Aula del Senato di votare in dissenso dal gruppo sulla risoluzione sul Mes della maggioranza. 

Di Maio: Salvini apre mercato vacche
Sulla questione è intervenuto il leader del M5s Luigi Di Maio: "Salvini ha aperto il mercato delle vacche, mi auguro non partecipi nessuno". Così Di Maio rispondendo a Tirana a una domanda sul senatore M5s Stefano Lucidi che sarebbe pronto a unirsi alla Lega. "Mi auguro - ha concluso Di Maio - che se ci dovessero essere gli estremi le autorità giudiziarie possano verificare il tutto".

Salvini: per chi è coerente porte aperte Lega
"Per chi è coerente e persona perbene le porte della Lega sono aperte". Così Matteo Salvini, ai microfoni di Rainews24, ha risposto a una domanda sull'ipotesi che alcuni parlamentari del M5s passino alla Lega.

Le comunicazioni di Conte
"Non sono preoccupato, con la massima prudenza e il rispetto delle prerogative del Parlamento affrontiamo questo passaggio, adesso vediamo" aveva detto il premier Giuseppe Conte arrivando a Palazzo Madama, in risposta ai cronisti che gli avevano fatto notare le possibili defezioni tra i 5 stelle sul voto al Mes. 

Le comunicazioni: invito alla coesione in Ue
"Il Governo italiano intende promuovere, in seno al Consiglio Europeo, una maggiore coesione fra i leader europei. Non è, questo, nella famiglia europea il tempo per dividersi o per lasciarsi dividere".

"Rilancio crescita e green economy" 
"Il rilancio della crescita e dell'occupazione, soprattutto giovanile e la lotta al cambiamento climatico e il sostegno alla 'green economy' rappresentano obiettivi prioritari e necessitano di segnali forti e chiari da parte dell'Europa".

"Sforzo Ue, è obiettivo ineludibile"
" Vigileremo con cura affinché in questa transizione anche industriale, le istituzioni europee sostengano adeguatamente la dimensione sociale connessa all'economia verde, le esigenze delle piccole e medie imprese e il "level playing field "europeo". 

"Ci opporremo a tagli in Spazio, Difesa, sicurezza"
"Con riferimento alle singole politiche, il Governo intende opporsi ai tagli sproporzionati, che colpirebbero settori strategici quali lo Spazio, il digitale, la Difesa, la sicurezza: si tratta di una sottrazione di risorse alle nuove priorità dell'Unione europea che devono invece necessariamente rimanere ambiziose". 

"Non c'è automatismo ristrutturazione debiti"
"La revisione del trattato sul Mes non apporta modifiche sostanziali al trattato già esistente e non introduce alcun automatismo nella ristrutturazione del debito di uno Stato, ma lascia alla Commissione europea il fondamentale ruolo di valutarne la sostenibilità e di assicurare la coerenza complessiva delle analisi macroeconomiche effettuate sui Paesi membri. L'Italia non ha nulla da temere anche perché il suo debito è pienamente sostenibile". 

"Chi vuole Italia fuori euro lo dica"
"Chi vuole portare il nostro Paese fuori dall'euro-zona o, addirittura, dall'Unione europea  dovrebbe chiarirlo in modo esplicito affinché il dibattito pubblico sia trasparente e i cittadini italiani possano essere informati di tutte le implicazioni che tali posizioni portano con sé".

Risoluzione su Mes alla Camera
La Camera aveva dato in precedenza il suo ok alla risoluzione di maggioranza sul Mes. Era passata con 291 voti favorevoli e 222 voti contrari. L'Assemblea aveva invece respinto, con 292 voti, la risoluzione unitaria del centrodestra che ha raccolto 222 sì. 

M5s: 12 assenze giustificate e riferite in anticipo
"Oggi 12 colleghi non hanno potuto partecipare alla votazione sulla risoluzione Mes ed hanno comunicato in anticipo al gruppo la loro impossibilità ad essere presenti alla votazione odierna. Fra i motivi delle loro assenze giustificate ci sono, ad esempio, la malattia e la maternità". È quanto affermano in una nota congiunta i tre delegati d'aula del Movimento 5 stelle alla Camera, Cosimo Adelizzi, Daniele Del Grosso e Davide Zanichelli. Al momento del voto finale, tra i pentastellati, si erano registrati 14 non votanti.
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