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Strasburgo

Copyright, l'Europarlamento approva nuova direttiva

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Il Parlamento europeo ha dato il via libera alla proposta di direttiva sui diritti d'autore nel mercato unico digitale. La proposta sul Copyright è stata adottata con 438 voti a favore, 226 contrari e 39 astensioni. Gli eurodeputati hanno approvato alcune modifiche proposte dal relatore Axel Voss agli articoli 11 e 13 della proposta di direttiva sul copyright, che erano stati contestati in una campagna a favore della libertà di internet. Il via libera della plenaria apre ora la strada ai negoziati con il Consiglio. 

Il commento sui social del presidente del parlamento europeo Antonio Tajani:

Obiettivo della direttiva: difendere il diritto d'autore
Il Parlamento Europeo ha dunque approvato oggi la direttiva sul Copyright (n.2016/0280 denominata "Sul diritto d’autore nel mercato unico digitale"). Il provvedimento era già stato bocciato lo scorso 5 luglio e questa era l'ultima occasione di farlo approvare per i sostenitori del diritto d’autore. Cos’è una direttiva? Si tratta di un provvedimento del Parlamento Europeo che diventa un atto giuridico dell’Unione e che obbliga i Paesi membri a recepire nel loro ordinamento un determinato obiettivo. Il come lo decide poi ciascun Paese; ma anche in assenza di recepimento, ogni violazione dell’obiettivo viene punita con una multa. Qual è l’obiettivo di questa direttiva?

La direttiva intende difendere sul piano economico il diritto d’autore o copyright. Al centro, ovviamente, ci sono i comportamenti delle grandi piattaforme e dei motori di ricerca (Google, Yahoo! e altri) che "indicizzano" gli articoli pubblicati sui giornali online e li mettono a disposizione dei lettori anche su pagine apposite come "Google News". Su questi articoli "rubati" agli editori, le grandi piattaforme guadagnano miliardi e miliardi di euro con la pubblicità. La questione è in piedi da anni. I grandi player, all’inizio hanno respinto qualsiasi richiesta degli editori per avere un compenso legato agli articoli utilizzati. La risposta era: “Noi linkiamo ai vostri articoli. Se volete, non vi indicizziamo più”. Gli editori, che sostengono costi importanti per produrre informazione professionali, si sono rivolti all’autorità giudiziaria. Qualche causa ha dato ragione agli editori e la questione è diventata tale da richiedere una normativa europea.

Cosa dice la direttiva? La direttiva è composta da 5 titoli e 24 articoli. Il relatore è il deputato tedesco (Cdu-Ppe) Alex Voss. I primi tre titoli sono abbastanza tecnici e inquadrano l’argomento. Il titolo IV e i due articoli 11 e 13 sono quelli intorno ai quali si è accesa una discussione durissima. L’art. 11 stabilisce una tutela giuridica per i materiali prodotti dalle testate giornalistiche di tutti i tipi (carta e web). La tutela consiste nella possibilità di vietarne l’utilizzo da parte di terzi o di negoziare un compenso con chi li vuole usare per diffonderli tra il pubblico. L’art. 13 ripropone la stessa questione per quanto riguarda le grandi piattaforme social (come Facebook e Youtube) in particolare per quanto riguarda i video. Anche qui si tratta di tutelare i materiali prodotti dagli editori che non potranno circolare senza un accordo della piattaforma con l’editore.

Le posizioni in campo
I grandi player avevano messo in giro la voce che, in questo modo sarebbe stata limitata la libertà d’informazione e di circolazione delle notizie e che i singoli navigatori non avrebbero più potuto condividere articoli tratti da giornali online ecc. A loro si era unita Wikipedia (l’enciclopedia online) che, addirittura, si è auto oscurata a luglio per tre giorni. Gli editori hanno risposto spiegando con pazienza che non ci sarà alcuna limitazione per i lettori perché gli accordi economici saranno fatti con le piattaforme (motori di ricerca e social) e non coinvolgeranno i cittadini. Per situazioni come Wikipedia è stata assicurata l’assoluta "extraterritorialità"  e gli editori si sono impegnati a non chiedere soldi alla grande enciclopedia libera. Questi aspetti, dopo la bocciatura del 5 luglio, sono stati introdotti negli articoli 11 e 13 che, adesso, sono chiarissimi da questo punto di vista.

Pe: non più utenti ma piattaforme responsabili 
"Non saranno più gli utenti a essere responsabili" per i contenuti illegali che violano il copyright e che pubblicano su internet, "ma le piattaforme" come Facebook o Youtube. Con le nuove regole quindi si "mette fine ai ragazzini delle scuole che finiscono in tribunale per aver caricato online contenuti protetti" dal diritto d'autore, perché "spetta alle piattaforme controllare e remunerare artisti, giornalisti e così via".

È uno dei cambiamenti fondamentali introdotti dalle nuove regole Ue sul copyright, ha sottolineato l'eurodeputata verde tedesca Helga Truepel, che ha lavorato all'emendamento. Questa ha quindi ricordato anche che "se non vuoi essere pagato, puoi condividere gratuitamente le tue opere, non c'è l'obbligo di chiedere la remunerazione da parte" di artisti e giornalisti ed editori alle piattaforme. Gli snippet, ovvero foto e breve testo di un articolo, sono stati inseriti in quanto "il 50-60%" dei lettori delle news online non legge oltre lo snippet, senza andare quindi sui siti dei media.

M5s e Lega voto contrario, sì di Pd e Fi
Il Movimento 5 Stelle e la Lega hanno votato contro la proposta di direttiva sui diritti d'autore nel mercato unico digitale approvata oggi dall'Europarlamento. Le delegazioni del Partito Democratico e di Forza Italia hanno invece votato a favore del provvedimento. Tra gli europarlamentari del Pd fanno eccezione Brando Benifei e Renata Briano che si sono astenuti e Daniele Viotti che ha votato contro. Tra gli italiani, si sono espressi contro Barbara Spinelli e Eleonora Forenza della Gue, Marco Affronte dei Verdi e il nono iscritto Davide Borrelli, mentre si è astenuta Elly Schlein di Possibile. In generale il gruppo del Partito Popolare Europeo e quello dei Socialisti&Democratici hanno votato a favore, mentre i liberali dell'Alde si sono divisi così come i Verdi e i conservatori dell'Ecr.
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