ITALIA
"Bisogna avere spirito corpo". Intercettazione ad atti processo
Cucchi, carabinieri al telefono: aiutare colleghi in difficoltà
Il carabiniere Speranza: "Cambiai nota sul caso Cucchi sotto dettatura del maresciallo Mandolini"
Nell'intercettazione presente nella nota della Squadra mobile di Roma si fa riferimento a due telefonate intercorse il 6 novembre tra il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Iorio e il maresciallo Ciro Grimaldi, entrambi in servizio presso la stazione Vomero-Arenella di Napoli. Grimaldi, all'epoca dei fatti in servizio presso la stazione Casilina, verrà sentito come testimone dal pm il 21 novembre.
Nell'intercettazione Iorio riferisce al collega quanto dettogli dal colonnello Pascale: "Mi raccomando dite al maresciallo che ha fatto servizio alla stazione - afferma nella intercettazione Iorio riportando al maresciallo Grimaldi le parole del colonnello - lì dove è successo il fatto di Cucchi... di stare calmo e tranquillo... mi stanno rompendo, loro e Cucchi". E ancora, Iorio riferisce al collega le parole del comandante: "Mi raccomando deve avere spirito di corpo, se c'è qualche collega in difficoltà lo dobbiamo aiutare".
Carabiniere: cambiai nota sotto dettatura
Scrissi l'annotazione di servizio sul caso Cucchi "sotto dettatura del Maresciallo Mandolini" perché la prima versione del documento "Mandolini, quando la lesse, disse che non andava bene e che avrei dovuto cestinarla". Le parole sono pronunciate dal carabiniere Davide Antonio Speranza, sentito nel dicembre scorso dai magistrati che indagano sulla vicenda Cucchi.
Speranza racconta che qualche giorno dopo la morte di Stefano Cucchi venne chiesto a lui, come ad altri carabinieri, di redigere un'annotazione sul caso. Lui lo fece ma quando Roberto Madolini, imputato per falso e calunnia nel processo in corso a Roma, lesse l'annotazione "disse che non andava bene e che avrei dovuto cestinarla perché avremmo dovuto redigerne una seconda in sostituzione della prima".
A quel punto viene redatta, sotto dettatura di Mandolini, e alla presenza di Vincenzo Nicolardi (anche lui imputato per calunnia nel processo), una seconda versione della notte dell'arresto di Cucchi più edulcorata. L'episodio raccontato da Speranza è messo a verbale è solo l'ultimo dei presunti rifacimenti di annotazioni sulla notte dell'arresto del geometra romano.
Speranza racconta come venne scritta la seconda nota: "il contenuto di tale annotazione fu dettato da Mandolini e lo scrissi io, alla presenza anche di Nicolardi, quindi stampammo e la firmammo a nostro nome". Da ultimo ammette: "Ripensandoci, a posteriori, all'epoca peccai di ingenuità, perché mi fidai di Mandolini e Nicolardi che erano più anziani e avevano più esperienza di me".