TECH
Le tecnologie emergenti
Dialogo cervello-computer, una sfida possibile. Parola di Zuckerberg e Musk
L'acquisizione da parte di Facebook della startup Ctrl-Labs è solo l'ultimo esempio dei futuri obiettivi verso la fattibilità di un dialogo diretto tra il cervello umano e le macchine. Alcuni esperimenti in questo senso già esistono nel campo della riabilitazione
Ctrl-Labs per sviluppare un braccialetto "che dia alle persone il controllo dei loro dispositivi", ha detto Andrew Bosworth, a capo del team Reality Labs di Menlo Park.
L’azienda di Mark Zuckerberg darebbe seguito, così, alle mega acquisizioni di startup e società che si sono rivelate particolarmente promettenti come Whatsapp, Instagram e Oculus.
Nel caso di Ctrl-Labs, nata a New York nel 2015, si tratta di una delle prime a dedicarsi alla ricerca su interfaccia cervello-macchina, la cosiddetta BCI (brain-computer interface), che, nella definizione corrente, serve a “sostituire o ripristinare funzioni utili per le persone con disabilità neuromuscolari come sclerosi laterale amiotrofica, paralisi cerebrale, ictus o lesioni del midollo spinale”
Le interfacce cervello-computer sono già utilizzate, per esempio, per la riabilitazione dopo l'ictus e per il controllo di arti robotici.
Elon Musk e Neuralink
Non c'è solo Mark Zuckerberg a lanciarsi in questo campo. Un chip nel cervello collegato a un computer è l'ultima sfida di Elon Musk, il fondatore di Tesla e Space X, tra tante altre aziende frutto della sua immaginazione visionaria. La nuova impresa si chiama Neuralink, un dispositivo in grado di controllare il cervello umano tramite lo smartphone.
Elon Musk la presenta come una vera rivoluzione e, dopo i primi (contestatissimi) test sulle scimmie, sarebbe pronto a far partire quelli sull'uomo, con l'obiettivo di curare malattie gravissime, dal cancro all'epilessia. Un progetto ambizioso, ma ancora nelle sue primissime fasi di sviluppo. In realtà, l'obiettivo di Musk, con la sua presentazione del luglio scorso era proprio cercare di coinvolgere nel progetto il maggior numero di studiosi e ricercatori in grado di sviluppare l'idea. proprio come ha fatto con Hyperloop, il treno del futuro che viaggia alla velocità del suono.
Il cyborg con l'antenna nel cervello
Tra i più noti casi concreti di applicazione di BCI c'è quello del'artista inglese Neil Harbisson. Lui non riusciva a distinguere i colori e così, si è fatto impiantare un'antenna nel cervello che riceve e gli trasmette gli impulsi delle frequenze sonore corrispondenti allo spettro dei colori.
Harbisson è anche il primo cyborg riconosciuto legalmente e a Massimo Cerofolini, che lo ha intervistato per la trasmissione Codice - La vita è digitale ha detto : "Gli uomini fino ad oggi hanno modificato il pianeta facendo danni. Ora è il momento che siano gli uomini a lasciare in pace la Terra e a modificare, loro, il corpo. Impiantandoci un dispositivo per la visione notturna consumeremmo meno energia, idem con un organo cibernetico capace di regolare la nostra temperatura interna. Penso che in futuro diventerà normale, ed etico, essere noi quelli che devono cambiare, non il pianeta".
di Celia Guimaraes
Facebook ha acquistato e intende utilizzare la tecnologia a interfaccia neurale di
L’azienda di Mark Zuckerberg darebbe seguito, così, alle mega acquisizioni di startup e società che si sono rivelate particolarmente promettenti come Whatsapp, Instagram e Oculus.
Nel caso di Ctrl-Labs, nata a New York nel 2015, si tratta di una delle prime a dedicarsi alla ricerca su interfaccia cervello-macchina, la cosiddetta BCI (brain-computer interface), che, nella definizione corrente, serve a “sostituire o ripristinare funzioni utili per le persone con disabilità neuromuscolari come sclerosi laterale amiotrofica, paralisi cerebrale, ictus o lesioni del midollo spinale”
Le interfacce cervello-computer sono già utilizzate, per esempio, per la riabilitazione dopo l'ictus e per il controllo di arti robotici.
Elon Musk e Neuralink
Non c'è solo Mark Zuckerberg a lanciarsi in questo campo. Un chip nel cervello collegato a un computer è l'ultima sfida di Elon Musk, il fondatore di Tesla e Space X, tra tante altre aziende frutto della sua immaginazione visionaria. La nuova impresa si chiama Neuralink, un dispositivo in grado di controllare il cervello umano tramite lo smartphone.
Elon Musk la presenta come una vera rivoluzione e, dopo i primi (contestatissimi) test sulle scimmie, sarebbe pronto a far partire quelli sull'uomo, con l'obiettivo di curare malattie gravissime, dal cancro all'epilessia. Un progetto ambizioso, ma ancora nelle sue primissime fasi di sviluppo. In realtà, l'obiettivo di Musk, con la sua presentazione del luglio scorso era proprio cercare di coinvolgere nel progetto il maggior numero di studiosi e ricercatori in grado di sviluppare l'idea. proprio come ha fatto con Hyperloop, il treno del futuro che viaggia alla velocità del suono.
Il cyborg con l'antenna nel cervello
Tra i più noti casi concreti di applicazione di BCI c'è quello del'artista inglese Neil Harbisson. Lui non riusciva a distinguere i colori e così, si è fatto impiantare un'antenna nel cervello che riceve e gli trasmette gli impulsi delle frequenze sonore corrispondenti allo spettro dei colori.
Harbisson è anche il primo cyborg riconosciuto legalmente e a Massimo Cerofolini, che lo ha intervistato per la trasmissione Codice - La vita è digitale ha detto : "Gli uomini fino ad oggi hanno modificato il pianeta facendo danni. Ora è il momento che siano gli uomini a lasciare in pace la Terra e a modificare, loro, il corpo. Impiantandoci un dispositivo per la visione notturna consumeremmo meno energia, idem con un organo cibernetico capace di regolare la nostra temperatura interna. Penso che in futuro diventerà normale, ed etico, essere noi quelli che devono cambiare, non il pianeta".