ITALIA
I dati Istat e le interviste
Emergenza femminicidi: già sette da inizio anno. Centro antiviolenza di Palermo: "Servono risorse"
Il pm Vaccaro: "Le donne devono prendere consapevolezza che nel rapporto di coppia non può essere tollerata nessuna forma di violenza, nessuna. Lancio un appello a tutte le donne vittime di violenza. E dico a loro che non sono sole. Lo Stato c'è, è accanto a loro, non le abbandoniamo. Noi ci siamo"
A lanciare l'allarme è Maria Grazia Patronaggio, la presidente dell'associazione Le Onde Onlus che gestisce il centro antiviolenza di Palermo, dopo l'omicidio di Piera Napoli, 32 anni e madre di tre bambini, assassinata per mano del marito Salvatore Baglione. È un fenomeno, quello dei femminicidi, che non accenna a diminuire e che la pandemia sembra in qualche misura aver amplificato perché, ancora una volta, "siamo noi donne ad essere state maggiormente colpite - ribadisce Patronaggio -. sia perché durante la crisi chi ha perso il posto di lavoro al 98 per cento siamo noi, sia perché siamo sempre noi ad essere più colpite dalla violenza maschile".
Un lungo filo rosso che, nel giro di pochi giorni, conta già 7 vittime nel nostro Paese da inizio anno, 3 solo nelle ultime 24 ore. "Tutte queste ragazze - Piera Napoli, Roberta Siragusa a Caccamo, Ilenia Fabbri a Faenza, e Lulieta Heshta uccisa per strada nel Milanese - che sono state accoltellate, bruciate, vittime di una violenza inaudita da parte di uomini. Io le metto insieme perché non si può più parlare di una percezione ma è una realtà dei fatti a cui dobbiamo porre assolutamente rimedio".
L'anno scorso sono state 72 le vittime di femminicidio in Italia. L'Istat ha restituito un'immagine chiara della situazione in un report sugli omicidi, che mostra nei primi 6 mesi dell'anno un numero di delitti contro le donne pari al 45% del totale degli omicidi, contro il 35% dei primi sei mesi del 2019. La percentuale schizza al 50% se si guarda ai mesi di reclusione in casa dovuti alla pandemia di marzo e aprile. Secondo l'Istituto di statistica le donne uccise tra le mura domestiche nel primo semestre 2020 hanno perso la vita per mano dei partner nel 90% dei casi o ex partner (61%).
Eppure le leggi e gli strumenti per tutelare le donne esistono, ma forse, in questo caso, qualcosa non è andato per il verso giusto. "Non ho informazioni sufficienti per potere dare un giudizio, avverte, ma so per certo che questa donna non si è rivolta al nostro centro antiviolenza, per questo motivo non possiamo dire cosa sia accaduto. Però, quando una donna decide di chiedere aiuto è allora che va maggiormente supportata poichè è il momento in cui è più in pericolo".
Occorre quindi una "corretta valutazione del rischio e una forte integrazione tra servizi e istituzioni - aggiunge , ma dobbiamo fare in modo che tutto il sistema venga messo in grado di funzionare". Servono allora "risorse destinate ai centri antiviolenza e per la prevenzione: un sistema che non è adeguatamente messo in condizione di funzionare non è efficace", conclude.
Intervista al magistrato di Palermo sul caso Piera Napoli
"Le donne devono prendere consapevolezza che nel rapporto di coppia non può essere tollerata nessuna forma di violenza, nessuna. Lancio un appello a tutte le donne vittime di violenza. E dico a loro che non sono sole. Lo Stato c'è, è accanto a loro, non le abbandoniamo. Noi ci siamo". A lanciare un accorato appello, dopo l'ennesimo femminicidio, questa volta avvenuto a Palermo, dove è stata uccisa Piera Napoli, è il Procuratore aggiunto di Palermo, Laura Vaccaro, che coordina il Dipartimento delle cosiddette 'fasce deboli'.
Sulla sua scrivania arrivano ogni giorno denunce per reati di stalking, di violenza sessuale, di maltrattamenti. Ma sono ancora troppo poche le donne che hanno il coraggio di denunciare. "Siamo in piena emergenza giudiziaria - spiega in una intervista all'Adnkronos - ma è anche una emergenza educativa". "A me sembra che c'è una emergenza giudiziaria ed è evidente - spiega il magistrato che in passato ha coordinato numerose inchieste antimafia - Ma c'è una procura assolutamente attrezzata, una procura dove c'è un Dipartimento dedicato a questi tipi di reato, con magistrati che hanno competenze specifiche". E ricorda che "chi mi ha preceduto", cioè l'ex Procuratore aggiunto Annamaria Picozzi, "ha fatto un lavoro eccellente", "a livello di competenze investigative, ma anche umano e scientifico. C'è un ufficio davvero molto attrezzato".
Ma ricorda anche che si verifica "un fatto grave", cioè "quando le donne sono colpite da un reato commesso non da una persona estranea ma da un compagno o un familiare, allora nelle donne è molto difficile che possa maturare la consapevolezza di essere vittime". "E" importante maturare la consapevolezza di essere vittima di un reato.
"Lo vediamo soprattutto nello stalking - dice Vaccaro - con condotte che nascono quasi sempre a ridosso di un rapporto che sta per finire. E non sono espressioni di gelosia, sono espressioni di una concezione malata di un amore che ha a che vedere con il possesso". Ecco perché "è importante" maturare "la consapevolezza di essere vittima di un reato". "Non può essere tollerata in un rapporto di coppia nessuna forma di violenza". "È ora di finirla di parlare di gelosia, questa è una concezione malata dell'amore, perversa". "Quello che mi sconcerta e mi indispone è la continua domanda: 'ma c'era l'amante?'. Insomma, una donna ha il diritto di autodeterminarsi anche al di fuori del rapporto di coppia senza che sia accettabile nessuna condotta da parte dell'uomo".
E ribadisce che "c'è una emergenza educativa, perché è frutto di una educazione affettiva degli uomini che è da rivedere". "Qui le madri di figli maschi devono fare un grande lavoro - spiega - l'educare al rispetto di se stessi, della libertà del diritto di autodeterminarsi, anche nell'ambito di un rapporto di coppia. Questo pone una emergenza investigativa". Per Laura Vaccaro è "fondamentale educare al rispetto della donna" e "educare a una nuova visione della donna".
Laura Vaccaro parla anche del 'Codice rosso', entrato da poco in vigore. "Sì, sta funzionando perché ha avuto il pregio di creare attenzione - dice - la Polizia giudiziaria mi sembra più attrezzata. E si deve pensare a quello che ancora si deve fare, specie a quelli che fanno il primo intervento". Ma come si può convincere una donna a denunciare? "Ricordo la immensa fatica che abbiamo fatto di convincere la persona estorta a denunciare - dice Laura Vaccaro -quando si percepisce l'assenza dello Stato è difficile. Ma non è più così. Oggi lo Stato c'è, è presente.
Oggi la donna non è abbandonata. E noi abbiamo l'obbligo di venire incontro a queste donne. C'è una presa in carico a tutto tondo, non solo perché è vittima di un contesto di violenza ma viene messa in contatto con realtà che si preoccupano di accogliere e accompagnare. E tutto questo oggi è molto meno complesso grazie anche al Codice rosso".