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L'intervista in esclusiva all'AP
Bitcoin. Nakamoto smentisce: "Non sono io il fondatore"
Dopo l'articolo pubblicato dal settimanale Newsweek il 64enne giapponese smentisce. Ma per il giornalista del settimanale "nessun fraintendimento". Resta il mistero sull'identità del creatore di Bitcoin, la moneta digitale creata nel 2009, e su chi si nasconda dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto.
Nakamoto chiarisce che molti dettagli riportati dal settimanale sarebbero corretti, ma ribadisce di non essere la faccia di Bitcoin. Precisa di essere stato frainteso quando avrebbe detto al giornalista sulla porta: "Non sono più coinvolto nella cosa, e non posso parlarne". Si riferiva, spiega all'ingegneria. Dopo l'articolo pubblicato giovedì l'uomo di origine giapponesi è stato bombardato di telefonate e gruppi di giornalisti si sono affollati fuori dalla sua abitazione in California.
Ma non cambia opinione il giornalista di Newsweek Leah McGrath Goodman, per tre mesi alla ricerca della storia. Contattato dall'agenzia di stampa precisa. "Non c'è stato nessun fraintendimento circa la conversazione e il contesto. E neppure sul suo coinvolgimento in Bitcoin".
Resta il punto interrogativo sull'identità di chi abbia davvero creato Bitcoin. E resta il mistero su chi si nasconda dietro al nome di "Satoshi Nakamoto". Sullo psedonimo si è scritto molto. A seconda delle interpretazioni forse un matematico, un gruppo di esperti in crittografia, degli hacker, persino un agente dell'intelligence Usa.
Intanto il governo giapponese ha deciso di tassare il bitcoin. Nel documento approvato in consiglio dei ministri ed emesso in risposta ad un'interpellanza di un parlamentare d'opposizione, le autorità precisano che il bitcoin "non è una moneta" e che i relativi guadagni sarebbero quindi tassabili.