TECH
Tecnologia e ruolo dei genitori
Il rapporto su giovani ed educazione finanziaria: il primo 'risparmio' già a 7 anni
La classica "paghetta" è lo strumento educativo preferenziale
Queste le domande alla base di una ricerca condotta da AstraRicerche sull'educazione finanziaria di bambini e ragazzi per l'Osservatorio sulle giovani generazioni.
Un primo punto è il rapporto dei giovani con i dispositivi tecnologici: 7,7 anni è l’età media in cui i giovani iniziano ad utilizzare i device tecnologici, che sale a 9,1 anni parlando in particolare dello smartphone; tra i 7 e i 9 anni il device più utilizzato è il tablet (72% secondo gli intervistati), mentre al crescere dell’età aumenta la frequenza di utilizzo dello smartphone (per i 16-18 anni raggiunge la quasi totalità con il 99%. Anche PC e computer sono sempre più utilizzati all’aumentare dell’età, specialmente per esigenze scolastiche.
Altro focus è il tema dell’utilizzo della tecnologia (web e carte di credito/debito nello specifico) in relazione agli acquisti online. L’uso dei dispositivi su siti di e-commerce è diffuso nel 38,5% dei casi (figli degli intervistati), con frequenza maggiore all’aumentare dell’età (si va dal 21% per la fascia 7-9 anni al 76% per i 16-18enni).
In riferimento alle modalità degli acquisti online, si osserva che il 66,5% dei ragazzi effettua l’operazione insieme ai genitori mentre il 33,5% in autonomia.
La ricerca si chiede anche: chi si occupa dell'educazione finanziaria dei giovani?
I dati dicono che la responsabilità della gestione del denaro in famiglia risulta essere in capo ai genitori (37,3% degli intervistati è interamente responsabile; il 58,7% co-gestisce con il partner; il 2,1% affida al partner la gestione e solo l’1,6% gestisce il denaro insieme ad altri familiari).
Interrogati sull’importanza e la responsabilità nell’educazione dei figli sulle tematiche economiche e finanziarie, per il 92% è importante formare i più piccoli già alla fine delle scuole elementari. Si tratta per la maggioranza di una responsabilità prettamente genitoriale: il 67% se ne occupa insieme al partner, il 28% se ne occupa da solo, meno del 3% lo delega ad altri contesti educativi. Tra i metodi di insegnamento applicati il più diffuso è l’educazione per simulazione ossia spingere i bambini a porsi degli obiettivi di risparmio (66,8%), premiare con piccole somme il rispetto delle regole e il rendimento scolastico (65,8%) e parlare con loro della gestione del denaro.
La classica «paghetta» di importo fisso e con regolare periodicità rimane il più tipico strumento educativo: al figlio viene così affidata la valutazione della spesa e del risparmio (il 25% dei genitori lo utilizza come unica modalità, il 41% prevede invece una forma mista di gestione del denaro, con budget extra per le spese più importanti).
Con la progressiva digitalizzazione dei pagamenti emerge con forza il tema della gestione del denaro non più solo fisico ma digitale. Strumento preferenziale per l’utilizzo dei più giovani – che difficilmente avrebbero accesso a bancomat, conti correnti strutturati e carte di credito – sono le carte di debito o carte prepagate. Il 68,7% dei genitori dichiara di conoscerli come strumenti finanziari e di possederne almeno uno, mentre il 27,2% pur conoscendoli non ne possiede, infine, solo il 2% non sa di cosa si tratti. Tra i giovani la consapevolezza è leggermente più bassa: il 60,7% dei ragazzi conosce le carte di debito e oltre la metà di loro (più del 60%) ha sentito parlare di carte prepagate studiate appositamente per giovani.