Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/google-multa-170-milioni-dollari-per-violazione-privacy-minori-su-youtube-02c3cafe-a5b4-44e8-b8c9-3f85584f532f.html | rainews/live/ | true
TECH

Mountain View: tutto falso

Privacy, multa da 170 milioni di dollari a Youtube: raccoglieva dati sui minori

Google e la sua piattaforma video pagheranno 136 milioni alla Federal Trade Commission e 34 milioni allo stato di New York per chiudere l'indagine. E intanto una società rivale accusa: Google condivide in segreto dati personali

Condividi
Google ha acconsentito di pagare una multa di 170 milioni di dollari per chiudere la vicenda che la vede accusata di aver illegalmente raccolto, tramite YouTube, dati su bimbi senza il consenso dei genitori. Lo hanno annunciato le autorità statunitensi.

L'accordo è stato raggiunto con la Federal Trade Commission e il procuratore generale dello Stato di New York. Si tratta della multa più elevata mai comminata riguardo la legge americana  sulla protezione della privacy online dei bambini.

Google ha accettato di pagare 170 milioni di dollari per chiudere l'inchiesta della Federal Trade Commission (Ftc) e dello Stato di New York su YouTube. L'accordo, annunciato oggi, prevede che Google e YouTube versino 136 milioni alla Ftc e 34 milioni allo Stato di New York. Erano state le associazioni in difesa della privacy ad aver sollevato il caso davanti alla Ftc, accusando Google di aver violato il Children's Online Privacy Protection Act.

Dati sensibili condivisi in segreto?
Non è l'unica grana per Google. L'azienda sarebbe anche nel mirino delle autorità di regolamentazione irlandesi (sede europea di Mountain View) per possibili violazioni delle norme sulla privacy, secondo quanto riporta il Financial Times.

Google userebbe in modo segreto pagine web nascoste per passare i dati dei propri utenti agli inserzionisti pubblicitari, violando sia la policy interna sia il Gdpr, il Regolamento europeo sulla privacy, che per il trattamento dei dati impone trasparenza e richiesta di consenso.

Il quotidiano finanziario cita fonti vicine a Brave, piccolo motore di ricerca rivale di Google. Ci sarebbero documenti che dimostrerebbero che il colosso tecnologico americano "sfrutta i dati personali senza sufficiente controllo o preoccupazione per la tutela", per esempio informazioni su salute o orientamento politico degli utenti, utili per la pubblicità personalizzata. Secondo il Financial Times, Johnny Ryan, responsabile delle policy di Brave, avrebbe scoperto pagine nascoste da Google e avrebbe cercato di monitorare se e in che misura il gruppo californiano le usa per passare dati agli inserzionisti.

Un portavoce di Mountain View ha fatto sapere che la società "non offre annunci personalizzati né invia richieste per sollecitare offerte senza il consenso dell'utente" e che, in ogni caso, collaborerà con le autorità britanniche e irlandesi che stanno indagando sulle attività pubblicitarie.
Condividi