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POLITICA

Regionali Sicilia, no di Grasso a candidatura: ho doveri istituzionali

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"I miei doveri istituzionali attuali mi impongono di svolgere, finché necessario, il mio ruolo di presidente del Senato". Ed ancora: "Stante le condizioni attuali, è impossibile proseguire sull'ipotesi di candidatura proposta dal Pd".

Pietro Grasso non scenderà in campo per le elezioni della Regione Sicilia che si terranno il 5 novembre. Un test importante, l'ultimo prima delle Politiche. Il partito del Nazareno aveva individuato in lui "una figura di sintesi", un modello per andare oltre le correnti e frenare l'avanzata dei Cinque stelle nell'isola con una candidatura che avrebbe portato ad un rinnovamento, a partire dalle liste. Ma la seconda carica dello Stato, dopo aver incontrato questa mattina Leoluca Orlando, ha deciso di declinare. E' un no sofferto, perché in queste settimane è stato portato avanti un lavoro di approfondimento sulla sostenibilità della candidatura. Grasso, anche nel ruolo di possibile supplente del presidente della Repubblica, intende proseguire nel suo ruolo di garante, di presidente 'super partes' in una fase politica molto difficile con i prossimi passaggi parlamentari che saranno decisivi.

Al Senato si discuterà di ius soli, già nella settimana scorsa si è registrato un clima rovente da campagna elettorale. Inoltre a settembre occorrerà varare una legge di bilancio e c'è la possibilità che proprio dalla Camera alta riparta il dialogo sulla legge elettorale. Quindi se non verrà messo in 'sicurezza' il proseguo della legislatura non ci sono le condizioni per arrivare ad una sostituzione che porterebbe non solo il rischio di un'accelerazione sul voto ma anche una possibile situazione di caos istituzionale.

Il presidente del Senato assicura: "Il mio impegno e il mio amore per la Sicilia non smetterà di esprimersi in ogni forma e in ogni sede anche nazionale". Ribadisce che "il momento della legislatura è delicato" e fa sapere che nel corso del colloquio con Orlando "sono state affrontate tutte le implicazioni politiche e istituzionali" di tale possibile scelta.

Il sindaco di Palermo ha sottolineato di avere apprezzato le motivazioni del no alla candidatura e ha preso la palla al balzo per invitare il Pd a cambiare rotta. La richiesta è che si avvii "un indispensabile ampio processo partecipato che miri ad individuare un quadro programmatico di interventi in discontinuità chiara e concreta con l'attuale assetto regionale. Su questo, occorre costruire un campo largo di realtà sociali e politiche che dia una prospettiva di futuro alla nostra Regione".

"Occorre adesso riprendere il confronto unitario, partendo dalla valutazione del grande lavoro che è stato svolto alla Regione in questi anni e che ha salvato la Sicilia", il commento del presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta. "La Regione - prosegue - non può essere affidata a pericolose avventure di governo che ripropongono gli schemi di quel passato che l'ha distrutta. Indietro non si torna".

Il Pd nei prossimi giorni studierà il da farsi ma si cercherà ancora di capire se la porta si può riaprire, "anche perché - questa la convinzione dei dem - a far saltare l'ipotesi Grasso è stato in primo luogo chi non vuole il cambiamento nell'isola".
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