ITALIA
I reati contestati: falso e peculato
Ignazio Marino condannato a due anni in appello per il caso scontrini
L'ex primo cittadino di Roma in primo grado era stato assolto. La replica: "Mai speso 1 euro pubblico per fini privati. Ricorrerò in Cassazione"
La terza Sezione della Corte d'Appello della Procura di Roma ha confermato l'assoluzione già ottenuta in primo grado per l'ex sindaco dall'accusa di truffa in relazione ad alcune consulenze della sua Onlus, Imagine.
La procura generale chiedeva per il chirurgo la condanna a due anni e mezzo per il caso delle cene pagate con la carta di credito del Campidoglio e l'assoluzione dall'accusa di truffa per la vicenda della onlus.
Cene pagate con la carta di credito del Comune
Il chirurgo Dem è stato ritenuto colpevole di peculato e falso. Secondo gli inquirenti alcune delle 56 cene pagate con la carta di credito in dotazione dell'allora primo cittadino, tra il 2013 e i 2015, sarebbero state consumate in maniera "difforme della funzione di rappresentanza dell'ente".
La decisione dei giudici della Terza sezione della Corte d'Appello è arrivata dopo poco più di due ore di camera di consiglio. Marino ha lasciato l'aula giudiziaria scuro in volto, senza rilasciare dichiarazioni, mentre il suo legale Enzo Musco si è limitato a dire "no comment".
Marino: sentenza politica, ricorrerò in Cassazione
Poi Marino ha rilasciato una dichiarazione con la quale annuncia il prossimo ricorso in cassazione. "La Corte di Appello di Roma oggi condanna l'intera attività di rappresentanza del sindaco della Città Eterna. In pratica i giudici sostengono che in 28 mesi di attività, il sindaco non abbia mai organizzato cene di rappresentanza ma solo incontri privati. Un dato che contrasta con la più ovvia realtà e la logica più elementare", afferma Marino.
"Non posso non pensare - continua Marino - che si tratti di una sentenza dal sapore politico proprio nel momento in cui si avvicinano due importanti scadenze elettorali per il Paese e per la Regione Lazio. Sono amareggiato anche se tranquillo con la mia coscienza perché so di non aver mai speso 1 euro pubblico per fini privati. Con lo Studio Musco continuerò la mia battaglia per la verità e la giustizia in Cassazione".
Il legale: sentenza senza fondamento giuridico
E interviene anche il difensore dell'ex sindaco, il professor Enzo Musco, rilevando che in attesa di poter leggere le motivazioni e quindi fare una valutazione più approfondita, ad oggi "non posso non evidenziare come la sentenza di condanna del prof. Marino appare priva di qualsiasi fondamento razionale e giuridico. Una sentenza in evidente conflitto con quanto emerso dalle indagini della Procura così come già riconosciuto dal giudice di primo grado". Musco annuncia che "con il mio assistito ricorrerò in Cassazione confidando in una valutazione aliena da sospetti di natura politica. Non posso esimermi dal rilevare come questa condanna condizioni la formazione delle liste per le imminenti elezioni politiche e quindi i relativi risultati".