ITALIA
La notizia diffusa dalla donna su Internet
Ilaria Cucchi indagata per diffamazione agli agenti della polizia
E' stato il sindacato Coisp a querelarla dopo le sue frasi dopo la morte del fratello Stefano. Ma Ilaria insiste: "Non mi fermerò mai, voglio il processo"
"Ebbene si! Sono sottoposta a indagini dalla Procura della Repubblica di Roma. Mi ha querelato il signor Maccari del sindacato della polizia di Stato Coisp. Sono indagata per aver offeso l'onore della Polizia di Stato e di tutti i poliziotti che ne fanno parte", spiega. "Sono indagata per aver reclamato verità e giustizia per la morte di Federico, di Michele, di Giuseppe, di Dino e di tanti altri morti di Stato. Sono indagata per essermi ribellata alla mistificazione e alle infamanti menzogne sulla morte di mio fratello. Io non mi fermerò, mai. Non avrò pace fino a quando non avrò ottenuto giustizia. Io voglio confessare tutto, ogni cosa. Queste morti offendono la Polizia, questo è sicuro. Offendono lo Stato. Questo è altrettanto sicuro. Offendono tutti. Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva, Michele Ferrulli, Dino Budroni, Federico Perna, Gabriele Sandri e tanti tanti altri non dovevano morire. No. E' colpa loro se è stato offeso lo Stato. Stefano Cucchi è morto per essere stato portato nel tribunale di piazzale Clodio, a Roma e poi all'ospedale Pertini".
"Stefano non doveva morire"
"Stefano Cucchi non doveva morire. La colpa è sua se la polizia si sente offesa. E' colpa mia. Voglio essere processata per questo. Questi padri, figli, fratelli non dovevano morire. E siccome sono morti noi famigliari dovevamo stare zitti. Il dolore e le tremende sofferenze alle quali sono stati sottoposti non sono importanti. No. Loro non dovevano morire e se sono morti è colpa loro. Tutta colpa loro. E noi tutti, soprattutto, dovevamo e dobbiamo stare zitti. Zitti. E ringraziare", conclude Ilaria Cucchi.