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POLITICA

Le reazioni

Jobs Act: la Confindustria plaude, la minoranza dem critica

Fassina: "Straordinaria operazione propagandistica". I grillini: di crescente c'è solo la precarietà. Toni completamente diversi nel commento dell'associazione degli industriali che invita il governo a "proseguire su questo percorso"

Giorgio Squinzi
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Più critiche che applausi. La reazione ai decreti attuativi del Jobs Act appena approvati dal Consiglio dei Ministri potrebbe essere così sintetizzata. Oltre alla bocciatura dei sindacati, critiche arrivano infatti dalle opposizioni come M5S e Sel, ma anche dalla minoranza Pd con l'ex segretario dem ed ex leader Cgil Guglielmo Epifani che parla di scelta grave nel metodo e nel merito. Di tutt'altro tono i commenti delle associazioni degli industriali e dei commercianti che promuvono le nuove norme.

La bocciatura di Sel e M5S
"Di crescente è rimasta ormai solo la precarietà e il taglio, tanto strombazzato, delle forme contrattuali è una montagna che ha partorito il topolino", dicono i deputati M5S. "È scandaloso - aggiungono - aver debordato dai limiti di una delega peraltro molto vaga estendendo la nuova disciplina dei licenziamenti anche a quelli collettivi. Si torna a una concezione ottocentesca della relazione datore-lavoratore". "Se i contratti a tempo indeterminato diventano precari e quelli a tempo determinato perdono ogni tutela - aggiunge il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio -, è logico che i contratti Co.Co.Co. e Co.Co.Pro. puoi abolirli...ma insieme al futuro di tutti i giovani italiani. Con il Jobs Act di oggi scompare ogni speranza di lavoro stabile e Renzi se ne vanta pure. Qualche tg avrà il coraggio di dirlo?".




Minoranza dem critica 
"Nel testo approvato dal Parlamento - scrive su facebook Guglielmo Epifani - non si parlava di licenziamenti collettivi. Il Governo nei decreti li ha invece inclusi. Le due commissioni parlamentari di Camera e Senato hanno chiesto di toglierli, invece il Governo oggi li ha confermati. Non c'è niente da dire: una scelta grave nel metodo, inaccettabile nella sostanza". E toni altrettanto duri arrivano da Stefano Fassina: "Straordinaria operazione propagandistica del governo sul lavoro. I contratti precari rimangono sostanzialmente tutti. Il diritto del lavoro torna agli anni '50. Oggi è il giorno atteso da anni... dalla Troika"; ma anche da Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera: "Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha dichiarato che il Governo non ha modificato la norma sui licenziamenti collettivi nonostante la richiesta contenuta nei pareri convergenti delle Commissioni lavoro di Camera e Senato. Siamo di fronte a una scelta politica sbagliata e non rispettosa del dibattito parlamentare".

Confcommercio e Confindustria soddisfatte
La Confindustria apprezza il lavoro del Governo sul Jobs act e sottolinea che il dlgs sul contratto a tutele crescenti "sotto alcuni aspetti tecnici, è stato migliorato". In una nota l'Associazione apprezza anche che siano state confermate le norme sui licenziamenti collettivi e considera positivo anche il testo sulle tipologie contrattuali. "Nel merito del Jobs Act - si legge nella nota -  è positivo che il decreto a tutele crescenti non solo non è stato modificato, ma anzi, sotto alcuni aspetti tecnici, è stato migliorato. Bene, in particolare, che siano state confermate le norme anche sui licenziamenti collettivi. Positivo pure il giudizio sullo schema di decreto di riordino dei contratti di lavoro che semplifica e rende più coerente il quadro delle tipologie. Anche la nuova disciplina in materia di mutamento delle mansioni - precisa l'Associazione - coglie, rispettando i diritti fondamentali dei lavoratori, quelle esigenze di certezza normativa e di flessibilità dell'organizzazione aziendale che le imprese da lungo tempo chiedevano. Dobbiamo ora proseguire in questo percorso riformatore approvando compiutamente tutto il pacchetto di provvedimenti".
Soddisfatta anche Confcommercio che apprezza gli interventi del governo "orientati a dare respiro a diversi strumenti per favorire le assunzioni e maggiore certezza delle norme".
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