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POLITICA

Legge elettorale, al vaglio il Rosatellum: l'incubo del voto segreto

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Si torna di nuovo in aula, a 4 mesi dall'incidente sull'emendamento Micaela Biancofiore, che fece saltare l'accordo tra Pd-Fi-Lega e M5S, e lo si fa con il restyling del Rosatellum.
La legge elettorale, praticamente un Mattarellum riveduto e corretto, approderà oggi  nell'emiciclo sotto i riflettori dell'assemblea di Montecitorio, ripartendo da dove aveva lasciato: l'esame degli emendamenti.
Unica cosa certa la norma sul Trentino Alto Adige approvata, circa 200 emendamenti e il fantasma dei circa 80 voti segreti, che potrebbero riazzerare di nuovo l'iter delle regole del voto. Per questo l'ipotesi che il governo ponga la fiducia per blindare il testo e portarlo a casa senza ulteriori scossoni e oggi più che mai reale. Mettere uno stop ai franchi tiratori, che nel segreto dell'urna, potrebbero affossare la legge, sembra essere il chiodo fisso di chi ha sottoscritto il nuovo accordo a 4 (Pd, Fi, Lega Nord e Ap), anche perché a questo punto della legislatura significherebbe mettere una pietra tombale sulla richiesta di Sergio Mattarella di avere una legge armonica e condivisa. Oggi  in mattinata un Consiglio dei ministri potrebbe autorizzare l'esecutivo a disporre di questo strumento ma, spiegano, non da porre sull'intero provvedimento ma solo su alcuni emendamenti 'a rischio' scrutinio segreto e su cui le varie anime del Parlamento potrebbero tentennare.
 
Oggi quindi si ricomincia con il nuovo patto a quattro che sembra reggere, mentre le opposizioni alzano le barricate degli emendamenti. In primis i 5stelle che hanno depositato 55 proposte di modifica, tranne due, sono le stesse presentate in commissione Affari costituzionali, Presente anche la norma, compreso l'emendamento ribattezzato 'anti-Berlusconi', che impedisce a chi è incandidabile di essere il capo della forza politica. In aggiunta una proposta che chiede, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge, che la Corte costituzionale la esamini, tempo 30 giorni, per valutarne la legittimità costituzionale prima dell'entrata in vigore. Anche Mdp non abbassa l'ascia di guerra e deposita 28 emendamenti "per smascherare l'imbroglio di una legge" che introduce le coalizioni, spiega Alfredo D'Attorre. L'esponente di Articolo 1 conferma i temi su cui non intendono indietreggiare come l'introduzione del voto disgiunto "a tutela della libertà dell'elettore" e una norma "contro i nominati e per l'introduzione delle preferenze". Sono 18 gli emendamenti cosiddetti 'segnalati' presentati da Sinistra italiana al Rosatellum bis. Anche qui l'eliminazione delle coalizioni, il voto disgiunto, l'eliminazione delle liste bloccate nel collegio plurinominale, la riduzione del numero di pluricandidature da 5 a 3, la riduzione delle firme richieste per presentare le liste e sottoscrizione digitale. Nessuna modifica è stata chiesta da Ap, che sostiene la legge, mentre 7 sono gli emendamenti di Forza Italia.  Due sono del gruppo, a prima firma del capogruppo Francesco Paolo Sisto, uno sul voto all'estero e l'altro sul criterio di parità di elezione tra più il più giovane e il più vecchio, e i rimanenti a titolo personale. Di cui 4 a forma della Biancofiore e uno sulla parità di genere di Centemero. Renato Brunetta si dice "ottimista" perché "questa è una buona legge. Scontentando un po' tutti è la migliore legge possibile".
Anche Matteo Salvini vuole chiudere la partita al più presto: "Prima passa e meglio è, perché così si va a votare presto. Alla Lega va bene qualunque legge elettorale".
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