POLITICA
Il presidente della Lazio: "Sono un uomo del fare"
Lotito: "Io leader. Pronto per la politica. Rapporti con Berlusconi, ma me lo chiedono in tanti"
Il patron della Lazio in un'intervista al Corriere della Sera, dice che l'Italia, più che di politicanti, ha bisogno di buoni amministratori e di persone perbene. E da buon risanatore di bilanci, aggiunge: "Presi la Lazio dieci anni fa con 550 milioni di debito e adesso è un gingillo di società, con un utile di 7 milioni". Su Berlusconi: "Ottimi rapporti con lui". Su Renzi: "Ha avuto il coraggio di sollevare alcune questioni: poi, però, dalle promesse devi saper passare ai fatti"
Roma
Lui non ha dubbi. "Ho un dono: sono un leader", dice al Corriere della Sera il presidente della Lazio, Claudio Lotito, che annuncia di essere pronto a scendere in politica e mettere a disposizione della collettività la sua esperienza di uomo risanatore di bilanci. Nell'intervista, l'uomo che delle massime latine ha fatto il suo tratto distintivo, afferma: "Ho dimostrato di saper fare, io sono un uomo del fare. Sono capace ad amministrare". Secondo Lotito "l'Italia, più che di politicanti, ha bisogno di buoni amministratori e di persone perbene. Perché chi fa politica dev'essere pronto ad indossare anche il saio, e io non avrei problemi".
Il patron della Lazio, una delle figure più importanti del nuovo corso Figc con la Presidenza Tavecchio (LEGGI), dice di considerarsi un uomo libero, di non dovere niente a nessuno, di non avere interessi personali e, dulcis in fundo, di non comprare arbitri. Parla poi delle sue aziende, floride, con 8mila dipendenti. Poi il racconto della sua storia alla Lazio, dieci anni fa: "La presi con 550 milioni di debito e adesso è un gingillo di società, con un utile di 7 milioni". Di entrare in politica, "me lo chiedono in tanti, ho ottimi rapporti con il Cavaliere, ma poi vedo e sento tutti. L'altro giorno - aggiunge - ho viaggiato in aereo seduto accanto a Calderoli. Dietro avevo Bersani".
Poi il commento sul premier Renzi: "Ha avuto il coraggio di sollevare alcune questioni: poi, però, dalle promesse devi saper passare ai fatti. E devi conoscere le priorità del Paese. La riforma del Senato, per dire, non è una priorità, e nemmeno la riforma elettorale". Quanto a Diego Della Valle, "è un altro che ha dimostrato capacita': ora, però, deve trovare il consenso. Operazione, purtroppo, non semplice. Però poi ciascuno ha la sua dimensione. Lui ha la sua, io sono più legato al territorio".
Il patron della Lazio, una delle figure più importanti del nuovo corso Figc con la Presidenza Tavecchio (LEGGI), dice di considerarsi un uomo libero, di non dovere niente a nessuno, di non avere interessi personali e, dulcis in fundo, di non comprare arbitri. Parla poi delle sue aziende, floride, con 8mila dipendenti. Poi il racconto della sua storia alla Lazio, dieci anni fa: "La presi con 550 milioni di debito e adesso è un gingillo di società, con un utile di 7 milioni". Di entrare in politica, "me lo chiedono in tanti, ho ottimi rapporti con il Cavaliere, ma poi vedo e sento tutti. L'altro giorno - aggiunge - ho viaggiato in aereo seduto accanto a Calderoli. Dietro avevo Bersani".
Poi il commento sul premier Renzi: "Ha avuto il coraggio di sollevare alcune questioni: poi, però, dalle promesse devi saper passare ai fatti. E devi conoscere le priorità del Paese. La riforma del Senato, per dire, non è una priorità, e nemmeno la riforma elettorale". Quanto a Diego Della Valle, "è un altro che ha dimostrato capacita': ora, però, deve trovare il consenso. Operazione, purtroppo, non semplice. Però poi ciascuno ha la sua dimensione. Lui ha la sua, io sono più legato al territorio".