POLITICA
La leadership pentastellata
M5S, Conte: alle 17.30 conferenza stampa in streaming su Facebook
Di Maio: "Lavoriamo per l'unità, usando testa e cuore"
Nella conferenza stampa Conte dovrebbe parlare dello stato dei rapporti con Grillo.
Ieri nuova telefonata tra l'ex premier e il fondatore M5s. Fonti vicine a Conte riferiscono che continuerebbero a esserci distanze con Grillo e che i nodi principali non sarebbero stati ancora sciolti. Ma il dialogo sarebbe stato riaperto: comunicazione e nomine rimarrebbero in mano al nuovo capo politico, mentre Grillo manterrebbe il ruolo di garante.
Secondo una ricostruzione del Corriere della Sera nella telefonata di ieri fra Grillo e l'ex premier, le divergenze nelle leadership pentastellata sono rimaste invariate.
Secondo il Corriere della Sera, a poche ore dalla possibilità di dire addio all'offerta di guidare i Cinque Stelle, Conte non ritiene di avere l'agibilità politica necessaria per accettare l'incarico; non crede nemmeno che la marcia di avvicinamento al varo della nuova nave M5S sia sinonimo di una navigazione serena.
Le aperture proposte da Grillo nella telefonata di ieri vengono considerate non tanto insufficienti, quanto calibrate su temi di poco conto, come per l'appunto la scelta dei vicepresidenti. Conte ha ribadito che con Grillo non c'è "nulla di personale". Il tempo del dialogo non sembra ancora finito, ma questo lunedì dovrebbe portare alle decisioni.
Di Maio: lavoriamo per unità, come sempre troveremo soluzione
"Lavoriamo per l'unità, usando testa e cuore. Come sempre troveremo una soluzione": così Luigi Di Maio in un'intervista a La Gazzetta del Mezzogiorno, sullo scontro Grillo-Conte.
Rispondendo ad una domanda su come riconquistare l'elettorato meridionale, bacino di riferimento M5s, il ministro degli Esteri dichiara: "Lavoriamo mettendoci sempre al servizio dei cittadini. Superbonus, Patto per l'Export, Spazzacorrotti, Reddito di cittadinanza sono solo alcuni dei provvedimenti portati a casa a favore della comunità. Dobbiamo continuare a dare risposte a imprenditori, lavoratori, artigiani, partite Iva, autonomi e famiglie. Mettere in campo strumenti che aiutano il ceto medio, come l'assegno unico o i nuovi criteri per favorire condizioni di uguaglianza in tutte le città su asili nido e servizi sociali.
Masi: passaggio da movimento a partito
''Non confermo affatto il ruolo di mediatore che mi viene attribuito. Ho studiato le vicende organizzative del M5S, ne scrivo quasi quotidianamente, ma non sono assolutamente un mediatore". Lo ha affermato il sociologo Domenico De Masi, Domenico De Masi, ai microfoni della trasmissione ''L'Italia s'è desta'', condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell'Università Niccolò Cusano.
"Il M5S -ha spiegato- ha avuto un grande successo alle elezioni del 2013 e poi ancora di più a quelle del 2018, questo è avvenuto perché un italiano su 3 ha votato il M5S in quanto questa forza politica presentava novità e particolarità. Nello stesso Movimento esisteva un'ala governativa e un'ala movimentista rappresentata da Di Battista, questa era un'originalità. Poi c'era un'anima digitale, perché il M5S si è servito molto della piattaforma Rousseau. Poi c'è stata la radicalità, era un partito drastico che andava avanti con slogan e azioni molto forti. E poi c'era il carisma dei fondatori Grillo e Casaleggio padre. Poi una ad una queste gambe sono state tagliate. L'ala movimentista non c'è più così come l'ala digitale, la radicalità si è attenuata, questi cambiamenti hanno trasformato il Movimento in partito e hanno creato una forte conflittualità tra l'ala movimentista e quella governativa".
"Conte personalizza l'ala governativa e Grillo quella movimentista. Il problema è che tutti i partiti che noi conosciamo in Italia e all'estero sono nati come movimenti e poi sono diventati partiti. Il problema del passaggio da movimento a partito è di passare da mucchio di sabbia a mattone, nel frattempo si spargono i granelli, però come mattone è più compatto".
"Ci sono quelli molto più legati alla visione di Grillo e quelli molto più legati alla visione di Conte. Si tratta di capire -ha concluso De Masi- se troveranno una conciliazioni, i tempi sono stretti. Da quello che succederà dipenderà anche se il centrosinistra si presenterà alle prossime elezioni politiche con una forza del 40% o di meno del 30%. Se vince la destra si offre l'Italia ad una destra destra, il governo che può venirne fuori può avere delle sfumature di destra che ci eravamo disabituati ad avere in Italia. Grillo e Conte possono determinare l'andamento della storia del nostro Paese senza neanche accorgersene''.