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ITALIA

Mafia Capitale, direttore del Tempo rischia processo per favoreggiamento

"Vogliono processarmi per aver fatto il cronista" dice Gian Marco Chiocci che secondo i giudici avrebbe avvisato Carminati dell'inchiesta in corso

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"Vogliono processarmi per avere fatto il   cronista". Lo dice il direttore del 'Tempo', Gian Marco Chiocci, che  secondo i pm avrebbe avvertito Massimo Carminati delle indagini a suo carico. La procura ha chiuso le indagini di uno stralcio di Mafia   Capitale e ora il gip stabilirà se rinviarlo a giudizio. "Il reato?   Aver cercato Carminati per un'intervista", dice Chiocci intervistato   da 'il Giornale'.       
 
"Sono malato per le notizie - spiega Chiocci - ho fatto solo il   cronista dimenticandomi del mio ruolo di direttore. Ho cercato di   intervistare colui che qualsiasi collega avrebbe voluto incontrare per  un'intervista-scoop. Grazie ai buoni uffici dell'avvocato Ippolita   Naso, vecchia amica, ho incontrato il cattivo per antonomasia. Fu un   soliloquio di Carminati. Mi prese il telefono e lo posò lontano   perché, esordì, sapeva di avere alle calcagna carabinieri, poliziotti,  finanzieri, agenti segreti, Rambo e Robocop".
Chiocci, nell'intervista a 'il Giornale', dice ancora:   "a differenza dei colleghi che avevano notizie di prima mano - a   rileggerli dopo, certi articoli sono curiosamente profetici e precisi   - non sapevo niente di questa indagine, se non ciò che leggevo su  altre testate. Siccome a scrivere erano colleghi sempre ben informati,  bisognava essere un coglione per non arrivare a capire che qualcosa   bolliva in pentola su Carminati, ma io non ci avevo mai parlato prima.  Ecco perché quando mi dicono che l'ho facilitato sorrido. Se qualcuno   gli ha fatto capire che c'era un'indagine in corso, quello non sono   io".       
L'accusa ipotizzata dai pm è favoreggiamento tramite Buzzi. Al che   Chiocci osserva: "Incontrai Buzzi, per caso, sotto il giornale. Tempo prima me lo aveva portato in redazione Alemanno, raccomandandomelo   come persona per bene, anche se di sinistra. Mi disse che aveva una   storia da raccontare, affidai la pratica alla mia bravissima Valeria   Di Corrado che, come emerge dalle intercettazioni, svolse   impeccabilmente il suo lavoro trovando riscontri, come le avevo chiesto, alla soffiata di Buzzi su presunte malefatte di un centro Cara. Quando lo incontrai di nuovo, era molto interessato a una serie   di articoli dell'Espresso  su Carminati.  Mi chiese se ne sapevo  qualcosa, se ero a conoscenza di indagini. Risposi che leggevo i   giornali, come lui, e che qualche domanda me la facevo".       
Chiocci lamenta di essere stato "intercettato come il peggior   criminale del pianeta per trovare le fonti dei miei scoop. Sarei stato  un coglione - ora lo dico io - a divulgare un'informazione che nemmeno  conoscevo a persone che avrei dovuto sapere (e non sapevo) essere   sotto intercettazione. Non l'ho fatto".        
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