POLITICA
Commissione Ue, no braccio di ferro tra Roma e Bruxelles
Manovra, Conte: La lettera di Bruxelles è normale interlocuzione con la Ue
Il premier Conte ostenta fiducia sui rilievi effettuati da Bruxelles alla manovra italiana e lo stesso Moscovici dichiara che la situazione è diversa da quella dell'anno scorso. L'Ue resta però in attesa di chiarimenti sulla riduzione del debito 2020. Nel frattempo nella maggioranza si lavora per trovare l'accordo su tutti i punti del decreto fiscale
Moscovici fiducioso
Anche il commissario agli Affari Economici, Pierre Moscovici, ci tiene a precisare che la situazione è molto diversa dall'anno scorso, quando la Commissione costrinse l'esecutivo Cinquestelle-Lega a riscrivere l'intera manovra. Pierre Moscovici parla a margine della sessione plenaria dell'europarlamento a Strasburgo. Assicura che non c'e' nessuna crisi con l'Italia sul bilancio. "Con la lettera inviata a Roma - dice - non chiediamo cambiamenti degli obiettivi di bilancio". La comunicazione, aggiunge "è diversa da quella dell'ultima volta", quella ricevuta dal governo lo scorso anno con la richiesta di modificare i target. Insomma non ci sarà una revisione totale né, com'era successo nel 2018, la richiesta di abbassare il deficit.
In attesa di chiarimenti
L'esecutivo Ue però resta in attesa di ulteriori chiarimenti. Anche perché l'obiettivo di quest'anno non è molto lontano da quello dell'anno scorso inizialmente collocato al 2,4%. Secondo la valutazione preliminare della Commissione, la manovra 2020 non segue la raccomandazione al taglio della spesa. La bozza "non rispetta il target di riduzione del debito nel 2020", si legge nella missiva. "Siamo in un processo di dialogo positivo con il governo italiano, il ruolo della commissione è di stabilire i fatti oggettivi, ciò che va nella buona direzione, e di notare un certo numero di aggiustamenti rispetto alle regole" ha concluso Moscovici.
Divergenze interne
Resta da vedere come la manovra uscirà dal Parlamento. Ma per questo c'è tempo e il giudizio definito della Commissione arriverà solo il 20 novembre. Esistono posizioni contrastanti nella maggioranza di governo. L'accordo raggiunto nella notte prevede che il carcere per i grandi evasori entri nel decreto fiscale. Provvedimento voluto dai 5 Stelle, così come l'alleggerimento delle sanzioni agli esercenti che rifiutano i pagamenti con il Pos. L'impianto non viene modificato: resta la multa di 30 euro, maggiorata del 4% del valore della transazione, ma le norme entreranno in vigore solo dal primo luglio. Uno slittamento funzionale ad abbassare i costi delle commissioni delle carte di credito e dei dispositivi per il pagamento. Più complicata, invece, l'intesa sulle partite Iva che hanno un reddito fino a 65 mila euro. Si va verso un allentamento della stretta: resta il regime forfettario pieno, senza l'introduzione del calcolo analitico del reddito, ma non c'è ancora accordo sugli altri paletti per l'accesso al regime agevolato, come il tetto alle spese per gli investimenti.
Il bonus Befana
Su una cosa sono tutti d'accordo, a iniziare da Conte: il bonus Befana è pronto. Chi dal primo luglio 2020 pagherà con il bancomat o la carta di credito in ristoranti, officine auto, saloni di parrucchieri e altri posti, si garantirà il premio. Arriverà il 6 gennaio 2021 e sarà pari al 19% delle spese sostenute.
Fraccaro: Stato amico di chi produce
"Se siamo al governo è per raggiungere un obiettivo: sprigionare le forze sane del Paese. Per troppi anni il mondo produttivo è stato indebolito da eccessiva pressione fiscale, burocrazia, corruzione e inefficienza. Ora è il momento di dare risposte concrete, per questo stiamo varando una manovra con la quale finalmente lo Stato diventa amico degli italiani onesti che lavorano e producono”. Lo dice in una nota Riccardo Fraccaro, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri. “Chiederemo all’Europa di fare altrettanto e di lavorare per la crescita. Artigiani, commercianti, imprenditori e lavoratori rappresentano la spina dorsale del Paese – aggiunge Fraccaro – e devono sapere di poter contare su regole certe e eque, su uno Stato che agevola e non che complica la loro vita. Abbiamo iniziato a ridurre le imposte e proseguiremo su questa via, così come sulla sburocratizzazione e sulla lotta al malaffare, per mettere tutti nelle condizioni di fare impresa e lavorare onestamente. Con il M5s al governo il ruolo dello Stato torna a essere quello di stimolare la produttività, non di tartassare e vessare i cittadini. Per questo nella manovra abbiamo previsto un grande piano di investimenti allo scopo di archiviare l’austerità e intraprendere con decisione la strada dello sviluppo. Chiederemo anche all’Europa di fare altrettanto – conclude Fraccaro – perché l’obiettivo comune deve essere quello di lavorare per la crescita e non di tarpare le ali a chi manda avanti il Paese. E’ per questo che siamo al governo”.