L'Sos: "Stiamo congelando"
Cargo raggiunge il barcone in avaria. I 100 migranti saranno portati a Tripoli
La conferma in un tweet del ministro Toninelli. E' stato l'intervento di Palazzo Chigi, nel tardo pomeriggio, a dare una svolta a una situazione drammaticamente in stallo
La Guardia costiera libica ha inviato un mercantile in assistenza del barcone in avaria al largo della Libia. II cargo, battente bandiera della Sierra Leone, ha raggiunto l'imbarcazione e ha avviato il trasbordo dei 100 migranti.
La conferma arriva dal ministro Toninelli con un tweet: "La nave Sierra Leone, sotto coordinamento libico, sta iniziando a prendere a bordo i 100 #migranti dal gommone. Tutto si svolge secondo le convenzioni internazionali, i naufraghi andranno a Tripoli. Seguo con attenzione, nella speranza che l'operazione si concluda senza problemi".
Dopo ore di angoscia, di appelli e richieste di aiuto, i migranti alla deriva a 60 miglia al largo di Misurata hanno dunque ricevutoo assistenza. E' stato l'intervento di Palazzo Chigi, nel tardo pomeriggio, a dare una svolta a una situazione drammaticamente in stallo. Sia Alarm Phone - il sistema di allerta telefonico per segnalare imbarcazioni in difficoltà, che questa mattina aveva diramato l'allerta per il barcone-, sia Sea Watch per tutto il giorno avevano cercato di mettersi in contatto con la Guardia costiera libica, senza ricevere alcuna risposta. Secondo quanto riferito nessuno degli 8 numeri telefonici a disposizione per parlare con Tripoli funzionavano. La telefonata dall'Italia a Tripoli con la richiesta di "mettere in sicurezza le persone a bordo bel barcone" in avaria ha sortito, infine, gli effetti sperati.
Di polemica in polemica, la Libia questa sera smentisce di non aver risposto alle richieste di soccorso lanciate dal barcone. La Marina libica fa sapere di aver effettuato due operazioni di soccorso ieri e una oggi, aggiungendo che presto sarà diffuso un comunicato in merito. Resta però il fatto che per tutto il giorno Alarm Phone ha continuato ad aggiornare sui tentativi di chiamata falliti alla Guardia costiera libica. E che da ieri la Sea Watch - come ha documentato l'inviato di #cartabianca Giuseppe Borello, a bordo della nave ong- non riusciva a parlare con Tripoli, autorità responsabile dei soccorsi.
L'Sos dal barcone in avaria: "Stiamo congelando"
"La situazione è disperata, gente nel panico. Il nostro staff sta cercando di calmarli, ma nell'ultima ora abbiamo sentito più volte persone urlare". Questo l'appello lanciato da Alarm Phone per tutto il giorno, drammatico il racconto delle chiamate ricevuto dal natante: "Presto non riuscirò più a parlare, perché sto congelando" recitava uno degli Sos lanciati.
"14:10: sia Roma sia Malta ci hanno comunicato che è Tripoli l'autorità responsabile (dei soccorsi -ndr). Finora non abbiamo ricevuto alcuna risposta da Tripoli e non siamo neanche sicuri che abbiano ricevuto i nostri messaggi". Alarm Phone ha continuato ad aggiornare minuto per minuto sulla situazione del barcone. "14:20: Abbiamo chiamato diverse volte i 7 numeri di telefono della sala operativa di Tripoli - spiega la nota -. Non sono raggiungibili. Esistono ancora? Abbiamo informato Malta e l'Italia e abbiamo ricevuto un ottavo numero. Ma anche questo non funziona".
"Malta ha risposto alle nostre comunicazioni", ma finora nessun intervento, segnalava ancora Alarm Phone. "Alle 12:58 - spiegava - abbiamo chiamato la sala operativa di Roma fornendo la nuova posizione Gps. Ci hanno detto di chiamare Malta". "Alle 13:10 abbiamo scritto email a Roma, Malta e Libia -conclude la nota - chiedendo di chi fosse il coordinamento. Abbiamo richiesto assistenza urgente. Le email verso Tripoli ci sono tornate indietro immediatamente. Malta ci ha confermato che avrebbe richiamato".
Sea Watch, intanto, si era messa in rotta verso il natante, "ma ci vorranno 15 ore per raggiungerlo". "Sea Watch si sta dirigendo verso l'emergenza segnalata da Alarm Phone e sul quale nessuna autorità sta intervenendo. Siamo a circa 15 ore di distanza. Non possiamo coprire da soli il Mediterraneo, dove le persone vengono lasciate morire" ha scritto la ong in un tweet.