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ITALIA

Coinvolte funzionaria della Prefettura e un'avvocatessa

Migranti, smistavano irregolari: 40 indagati a Ferrara

L'indagine è partita nel 2012, dalla denuncia di una filippina che diceva di essere stata truffata e che aveva pagato senza ottenere la pratica. Poi le indagini hanno appurato che non era del tutto vittima ma faceva parte lei stessa del giro 

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Il prezzo del "pacchetto" per sistemare immigrati irregolari era in media di 7/8000 euro a prestazione, e dal calcolo eseguito nell'indagine, il giro di denaro sarebbe di oltre 150mila euro: Procura e Polizia di Ferrara - squadra mobile e l'Ufficio immigrazione della questura - dal 2012 hanno impiegato oltre 3 anni per chiarire tutte le posizioni e concludere l'inchiesta. 40 le persone imputate per reati che vanno dalla corruzione (una funzionaria della prefettura cittadina) al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e vari falsi per 39 complessivi capi di imputazione contestati ora al vaglio del gip, visto che il 19 settembre in tribunale all'udienza preliminare si discuterà la richiesta di rinvio a giudizio decisa dai pm Nicola Proto (che iniziò l'indagine) e Giuseppe Tittaferrante che l'ha conclusa.

Oltre alla funzionaria della prefettura (secondo l'accusa avrebbe fatto tutto questo ottenendo soldi e facilità, tra cui regali e inviti nei ristoranti cinesi, e anche perchè aveva il  vizio del gioco, spendendo 3/400 euro al giorno in slot-machine) c'è anche una avvocatessa del Foro di Ferrara, accusata di aver  concorso al favoreggiamento avendo presentato diverse pratiche per conto dei cittadini cinesi. Nel conteggio degli imputati vi sono oltre le due italiane, un tunisino e un marocchino (con compiti di mediazione anche loro), mentre, al vertice di tutto c'erano tre imprenditrici cinesi, titolari di ristoranti e bar.

Le tre donne con questa girandola di contatti e conoscenze, fornivano un pacchetto a tutti i cinesi che lavorano già in Italia e che chiedevano di poter far venire i propri parenti nel nostro paese: da qui la necessità - e l'obbligo per legge - di aver una casa in cui fare abitare i familiari. Ecco allora che spuntavano le case a Ferrara e in provincia, a Migliarino. 

L'indagine è partita nel 2012, dalla denuncia di una filippina che diceva di essere stata truffata e che aveva pagato senza ottenere la pratica. Poi le indagini hanno appurato che non era del tutto vittima ma faceva parte lei stessa del giro e si sono concentrate su oltre 200 persone, hanno visto intercettazioni per 7000 telefonate, con difficoltà nelle traduzioni visti i dialoghi in cinese.

Tutto questo, per la prima volta verrà analizzato davanti al giudice terzo che dovrà valutare se rinviare a giudizio tutti i 40 imputati o no. I difensori sia della impiegata della prefettura che dell'avvocatessa invitano alla cautela poiché spiegano "all'udienza preliminare siamo convinti di poter dimostrare la estraneità alle accuse contestate". 
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