ITALIA
Lampedusa
Migranti, Nicolini: "Superstiti aggrappati a morti, basta parole"
Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, ha parlato con i sopravvissuti del naufragio: "Hanno tentato di aggrapparsi a qualunque cosa, persino ai morti, pur di non affondare"
Sotto choc è anche il sindaco dell'isola, Giusi Nicolini, che pure ne ha viste e sentite moltissime in questi anni, tra sbarchi e drammi continui. Oggi ha ascoltato il racconto dei sopravvissuti, in particolare di due donne, le uniche rimaste in vita di un gommone affondato con il suo disperato carico umano di 138 persone.
"Una loro - riferisce - ha detto di avere perso il figlioletto di due anni e mostrava la sua foto, un'altra la sorella incinta. Quando i gommoni, pieni all'inverosimile e allagati, hanno ceduto, sono tutti finiti in acqua e i poverini hanno tentato di aggrapparsi a qualunque cosa, persino ai morti, pur di non affondare". Per Nicolini "a volte sarebbe meglio il silenzio davanti alle tante cose che si dicono a sproposito. Di certo è finito il tempo delle parole. Occorre prendere presto delle decisioni efficaci, in fretta e a ogni livello", a partire naturalmente dall'Europa. Ieri, nel corso dell'intervento di soccorso, erano stati salvati ventinove migranti e recuperati dodici cadaveri da un gommone semi-affondato, 25 miglia a nord delle coste libiche.